Sul fronte dell’opposizione alla riforma Moratti forse qualcosa sta cambiando. I segnali ci sono.
Dopo l’incontro di Firenze del 10 settembre il Tavolo “Fermiamo la Moratti” si è fermato e dell’assemblea nazionale del 25 settembre di cui si parlava nei mesi scorsi nulla si è ancora saputo.
Nel sito di UilScuola si danno suggerimenti alle scuole su come affrontare i diversi problemi connessi con la riforma, dal tutor al portfolio, dalle indicazioni nazionali alle unità di apprendimento.
I collegi dei docenti, suggerisce il sindacato di Massimo Di Menna, possono “individuare soluzioni e articolazioni orarie che facciano perno sulle diverse forme di flessibilità al fine di riconoscere la funzione tutoriale, per classi o per gruppi di alunni, all’insieme degli insegnanti”, affermazione che suona come una indubbia “apertura” rispetto alle posizioni assunte dai sindacati confederali lo scorso anno.
Apertura che si registra anche in casa Cisl, almeno in periferia.
La segreteria provinciale di Vicenza, per esempio, sollecita la ripresa della contrattazione sulla funzione tutoriale in modo da “arginare il fai da te delle istituzioni scolastiche, ponendo fine ad interpretazioni fuorvianti e funzionali unicamente ad un’impostazione ministeriale”; il tutto con lo scopo di “definire regole organizzative e non perdere risorse messe a disposizione del personale della scuola”.
Che è come dire: il problema del tutor è una questione economica, se si quantifica la retribuzione se ne può parlare.
A tener duro è invece CgilFlc che proprio in queste ore rilancia la protesta contro i tests dell’Invalsi.
L’occasione viene da una recente lettera che il direttore dell’Istituto ha inviato a tutte le scuole primarie e secondarie di primo che non si erano registrate entro il 30 agosto.
“La partecipazione alla rilevazione – scrive in sintesi l’Invalsi – è obbligatoria, chi non si registra al più presto dovrà dare spiegazioni per la mancata adesione”.
Immediata la replica di Enrico Panini che scrive al prof. Elia “ricordando” che nessuna norma parla di obbligo.
Ma che il fronte anti-morattiano non sia più molto compatto lo si intuisce anche da un particolare significativo: la lettera al direttore dell’Invalsi porta un’unica firma, quella della Cgil-Flc. Forse Cisl e Uil non intendono più seguire Panini sulla strada dello scontro perenne.