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Primo giorno di scuola dopo Natale: tra supplenti mancanti e slittamento delle iscrizioni

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Con il rientro dalle vacanze natalizie, le scuole del Milanese riaprono le porte a 421 mila alunni, di cui 342 mila frequentano istituti statali e 78 mila scuole paritarie. Per alcuni studenti inizia il nuovo pentamestre, mentre per altri il primo quadrimestre si concluderà solo il 31 gennaio, con il relativo avvio degli scrutini.

Fino a due anni fa, il primo giorno dopo le vacanze natalizie coincideva con l’apertura delle iscrizioni per tutti gli ordini scolastici. Tuttavia, il Ministero dell’Istruzione e del Merito ha deciso di posticipare l’avvio: le iscrizioni saranno attive dal 21 gennaio al 10 febbraio sulla piattaforma unica.gov.it. La decisione, annunciata il 4 gennaio, mira a favorire un’attività di orientamento più approfondita, permettendo alle famiglie di ponderare meglio la scelta.

Tuttavia, gli open day e le attività di orientamento degli istituti si sono in gran parte conclusi nel 2023, rendendo improbabile l’organizzazione di nuove iniziative. I risultati delle iscrizioni saranno comunicati a fine febbraio, con la possibilità di liste d’attesa, come spesso accade nei licei scientifici e in quelli delle scienze umane. Qui, il consiglio orientativo dei docenti e i voti della pagella di seconda media saranno determinanti per le graduatorie.

Emergenza supplenti

Il problema più pressante, però, resta quello delle supplenze. Secondo quanto riporta il Corriere, durante dicembre, ben 146 scuole milanesi hanno lanciato interpelli per coprire cattedre rimaste scoperte. A queste se ne sono aggiunti altri 23 a gennaio, e si prevede che ulteriori richieste arriveranno nei prossimi giorni. La domanda è particolarmente alta per i docenti di sostegno, soprattutto nelle scuole primarie e dell’infanzia.

Anche nelle scuole superiori non mancano le difficoltà: in molti licei si cercano docenti di matematica ed elettronica. Questa instabilità è in parte dovuta all’immissione in ruolo dei vincitori del concorso PNRR 2023, che spesso lasciano posti scoperti per assumere nuovi incarichi, alimentando un “valzer” continuo di insegnanti.