Primo maggio amaro, troppi giovani vivono una vita a metà
È difficile celebrare pienamente una festa dei lavoratori quando il lavoro non c’è. E chi ce l’ha si sente ogni giorno sempre più a rischio licenziamento. E tantissimi lo perdono con facilità. Il risultato è che quello del 2013 è stato probabilmente un primo maggio tra i più sofferti del dopoguerra. In Europa solo Spagna e Grecia fanno peggio dell’Italia, dove i giovani disoccupati sono ormai il 38,4%. E anche le notizie locali sono da record. Negativi, purtroppo. Tra le tante dichiarazioni della giornata abbiamo scelto quella del segretario provinciale della Cisl di Bergamo, Ferdinando Piccinini: “stiamo attraversando una crisi epocale – ha sottolineato Piccinini -. La crisi ha cambiato la vita di tante persone che ha fatto sprofondare in un abisso di paura e precarietà. Ma non ci si deve rassegnare: un lavoro dignitoso è un diritto, non un privilegio. E le vere sacche di privilegi non sono state in realtà toccate: solo lavoratori e pensionati hanno pagato il rigore”.
In quella che era una delle zone, a livello di impiego, più floride d’Italia, oggi si contano mille licenziati al mese e un tasso di disoccupazione pari al 7 per cento, il doppio se si tratta di giovani, con 74 mila iscritti ai centri per l’impiego della bergamasca.
E tra le tante dichiarazioni illustri, spicca quella del presidente del Senato, Pietro Grasso: “da anni, da quando è cominciata la crisi, si sono persi migliaia di posti di lavoro, molte imprese hanno chiuso o lottano per restare aperte pur con enormi problemi. I più giovani, ma ormai non più solo loro, – ricorda Grasso – sono costretti ad accettare contratti precari e con minori diritti dei loro genitori”. Grasso ha poi ricordato di aver dedicato un passaggio del suo discorso di insediamento da presidente del Senato proprio al tema del lavoro: “Penso alle risposte che al più presto, ed é già tardi – aveva detto – dovremo dare ai disoccupati, ai cassintegrati, agli esodati, alle imprese e a tutti quei giovani che vivono una vita a metà”.