La Festa dei lavoratori del 1° maggio fu istituita il 20 luglio 1889 a Parigi nel corso della Seconda internazionale dei partiti operai e socialisti diffusisi in quasi tutti i paesi europei e che segnò pure il prevalere delle concezioni politiche marxiste in seno al movimento operaio europeo.
Questa data fu scelta dai partecipanti all’Internazionale per ricordare lo sciopero generale che si svolse a Chicago nel 1886 per ridurre la giornata di lavoro a otto ore in modo che si potessero pure avere otto ore per riposare e otto ore per lo svago. Dopo 4 giorni di sciopero, a causa di un petardo lanciato, pare, dai manifestanti fu mandata la cavalleria armata che lasciò sul terreno 11 lavoratori. I partecipanti all’evento, per proteggersi, stringevano la mano a pugno, piegando il braccio, da cui il gesto di saluto successivo degli aderenti ai partiti di sinistra. Per altri invece questo saluto deriva dalla guerra civile di Spagna, i cui combattenti contro i franchisti per salutarsi chiudevano il pugno.
In Italia il Primo maggio venne celebrato a partire dal 1891. Soppresso dal fascismo, fu ripristinato subito dopo la caduta del regime nel 1945.
La data da noi ricorda pure la strage di Portella della Ginestra, una contrada nei pressi di Piana degli Albanesi, in provincia di Palermo, perpetrata dalla banda di Salvatore Giuliano nel 1947, per scardinare il movimento dei braccianti siciliani che chiedevano pane e lavoro, pace e libertà; e dunque un pezzo di terra, dopo la riforma agraria e l’occupazione delle terre, per tirare a campare.
Circa due mila persone, tra cui donne e bambini, braccianti e piccoli contadini, dirigenti sindacali e dei partiti della nascente sinistra, mentre con le bandiere rosse sventolavano le loro aspirazioni al lavoro e alla giustizia sociale, vennero investite dalle mitragliatrici del bandito, che lasciarono sui campi che loro avrebbero voluto coltivare, 11 morti, i cui nomi sono ricordati da una lapide piantata sul luogo della strage: Margherita Clesceri, Giorgio Cusenza, Giovanni Megna, Francesco Vicari, Vito Allotta, Serafino Lascari, Filippo Di Salvo, Giuseppe Di Maggio, Castrense Intravaia, Giovanni Grifò, Vincenza La Fata e 27 feriti. Giuliano verrà ucciso tra il 4 e il 5 luglio del 1950 in circostanze misteriose, forse perché ricattava i mandanti di quella vile azione o perché le forze politiche e gli agrari che l’avevano sostenuto finora non avevano più bisogno dei suoi servizi. Ma ci possono essere ancora altre concause, mentre Gaspare Pisciotta, il presunto “traditore”, veniva ucciso in carcere da un caffè avvelenato, nel corso del processo alla intera banda, il 9 febbraio 1954. La sua morte insieme a quella di Giliano rimangono in ogni caso tra i misteri più cupi e irrisolti della nostra storia.
Il Primo maggio si festeggia in quasi tutto il mondo, tranne negli Usa dove, per non legittimare l’origine socialista della festa, il presidente statunitense Grover Cleveland decise di far cadere per legge il “Labour day” durante ogni primo lunedì di settembre. Lo stesso avviene in Canada, mentre in Svizzera la celebrazione dipende dai Cantoni e in Australia dagli stati di cui è composta.
Nei Paesi Bassi, in Danimarca e in Giappone il primo maggio non è considerato festa nazionale, ma si svolgono comunque alcune celebrazioni organizzate da partiti, sindacati o associazioni.
La chiesa cattolica nella giornata del Primo maggio festeggia San Giuseppe artigiano.
In Italia da alcuni anni è invalso l’uso di festeggiare il 1° Maggio con un Concertone organizzato dai sindacati a Roma, ma un po’ in quasi tutte le città italiane si organizzano eventi, compresi visite nei musei e attività culturali e ricreative.
E in occasione di questa particolare giornata, anche noi auguriamo a tutti i nostri lettori, in gran parte lavoratori dell’Istruzione, Buon Primo Maggio.
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