“Per il secondo anno consecutivo celebriamo il 1° maggio senza il tradizionale corteo, senza i concerti in piazza, senza l’allegria delle bandiere ed il gusto di ritrovarsi assieme a camminare lungo quella che il ministro dell’istruzione ha chiamato la via sacra della Repubblica (25 aprile, 1° maggio, 2 giugno). Celebrare il lavoro, fondamento della nostra democrazia, significa per una scuola – ovvero per una istituzione della repubblica che ha come compito rimuovere gli ostacoli che si frappongono alla pienezza della cittadinanza – fare il punto sul proprio lavoro”: con queste parole si apre il messaggio che il dirigente scolastico del liceo “Bertolucci” di Parma Aluisi Tosolini sta inviando in queste ore agli studenti, alle famiglie e al personale della sua comunità scolastica.
Nel messaggio, diffuso tramite Facebook, Tosolini sottolinea anche che tutto questo significa anche “chiedersi se la scuola – il liceo Bertolucci – è stato un ‘buon luogo di lavoro’ in questo anno. Significa riconoscere e celebrare il lavoro di tutto il personale che ha dato l’anima in questo momento di grandissima difficoltà a causa della pandemia”.
“Ma – aggiunge – significa anche chiedersi se il lavoro educativo svolto è stato un “buon lavoro” nei confronti di studenti e studentesse che nella scuola esercitano la propria cittadinanza e acquisiscono le competenze chiave necessarie per essere cittadini che con il lavoro diventano pienamente partecipi della società democratica italiana”.
La festa del 1° maggio – scrive ancora il dirigente – riguarda anche gli studenti anche se non sono ancora lavoratori in senso stretto. “Ogni studente e ogni studentessa – spiega infatti – deve rivolgere una domanda a se stesso: ho esercitato con pienezza e responsabilità il mio diritto/dovere all’istruzione?”
Senza trascurare il fatto che non va mai dimenticato un aspetto importante: nessuno di noi e nessuna comunità è un’isola, siamo sempre più connessi e interconnessi: “Da ultimo – scrive Tosolini – l’intera comunità della scuola deve celebrare il 1° maggio chiedendosi quanto come scuola si è impegnata perché il diritto al lavoro ed il rispetto dei diritti nel lavoro diventino realtà a livello glocale. Quando ci siamo impegnati a favore delle miriadi di lavoratori sfruttati e negati, italiani ed immigrati, quasi nuovi schiavi di società opulente che non si curano di quanti sono visti solo come scarti del sistema? Quando abbiamo lavorato perché la nostra società e il mondo diventino un luogo dove i diritti sono davvero esercitati e garantiti grazie al responsabile impegno di tutti?”
“E allora – conclude il dirigente del “Bertolucci” – l’immagine finale di questo augurio, che è nel contempo riflessione ed impegno, è per me oggi l’immagine della foresteria di Pul-i-Alam, nella provincia di Loga – See in Afghanistan, dove una autobomba ha provocato almeno 25 morti e 60 feriti. Molti di questi sono studenti, ragazzi e ragazze che in quella casa stavano trascorrendo la notte prima degli esami di ammissione all’università della provincia. Ragazzi e ragazze alle prese con il proprio esame di stato. La scuola e la cultura erano la loro scommessa per un futuro migliore”.
“Il loro sangue – queste le ultime parole del messaggio – segna questo primo maggio dove il pane e le rose (bread and roses) continuano ad essere il simbolo del lavoro, della cultura e della bellezza che, assieme, sono baluardo della democrazia e dei diritti”.