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Primo quadrimestre, è boom di insufficienze. Ma il Pd non ci crede

Non è proprio un bel “quadretto” quello che si prospetta per i nostri studenti: nell’ultimo giorno di febbraio, di domenica, il ministero dell’Istruzione ha reso noti i numeri altisonanti delle insufficienze in pagella fatti registrare al termine del primo quadrimestre nell’80% dei corsi di scuola media inferiore e superiore. Ebbene, 63.525 studenti complessivi non avrebbero raggiunto la sufficienza nel comportamento (quindi per gravi e reiterati motivi), a fronte dei 52.344 dello scorso anno.
Alle medie i più indisciplinati sono stati gli alunni del terzo anno e del sud; i più corretti starebbero invece in prima e al nord-est (tra l’altro per 88 studenti è stata l`unica insufficienza). Alle superiori discorso inverso: i ragazzi del primo anno (ben 16.347), che poi sono coloro che hanno lascito la terza media solo pochi mesi prima, sono quasi cinque volte più immaturi, almeno a livello di condotta, dei “colleghi” iscritti al quinto anno (3.844). Poche sorprese sui corsi: il maggior numero di insufficienze in condotta si registra negli istituti professionali (22.052) e nei tecnici (18.822). Seguono il liceo scientifico (2.262), l`istruzione artistica (1.547), l`ex-istituto magistrale (1.289), il liceo classico (471) e il liceo linguistico (47). Anche nelle superiori, le aree geografiche con il maggior numero di insufficienze sono concentrate nel Sud.
Al di là dei proclami, appare invece meno vistoso l’incremento delle insufficienze complessive: “nella scuola secondaria di I grado – ammettono tra le righe anche da viale Trastevere – si confermano gli stessi dati dell’anno scolastico 2008/2009. Le discipline dove si concentrano le insufficienze sono soprattutto la matematica, seguita dall’inglese, dalla seconda lingua e dall’italiano”. E pure nella secondaria di II grado i risultati degli scrutini presentano un aumento degli studenti con almeno una insufficienza solo di due punti percentuali (dal 74% al 76%): gli incrementi sono stati registrati soprattutto nei professionali (dall’81,3% dello scorso anno all’82,7% di oggi) e nei tecnici (dal 79,3% all’80,3%). Il maggior numero di insufficienze si registra al terzo anno, dove su cento studenti, circa 77 hanno almeno una materia da recuperare.  “Come nella secondaria di I grado – dice il Miur – la matematica resta la capofila nelle discipline che risultano più difficili (60,2% delle insufficienze), seguita da lingue straniere (considerato che si studiano più lingue e che quindi si possono avere più voti negativi) e italiano”.
Le insufficienze in matematica sono state il 16,9% del totale (rispetto al 16,3% dello scorso anno scolastico); le insufficienze nelle lingue straniere sono state il 16,1% (15,6% nel 2008/2009); le insufficienze in italiano sono state il 12% (11,5% nel 2008/2009). Anche nelle carenze delle singole materie la capofila è il sud, in particolare le isole, dove l’82% degli studenti ha fatto registrare almeno un’insufficienza, a fronte di 68 nel nord-est.
Non fa mai piacere – ha spiegato il ministro Gelmini – quando ad un ragazzo viene assegnata un’insufficienza. Spero che possa essere recuperata nel secondo quadrimestre. Ma una scuola che promuove tutti non è una scuola che fa l’interesse dei ragazzi. La nostra scuola è lontana da quella del 6 politico“.
Ma I dati non sono stati presi bene dall’opposizione, che li reputa amplificati. Il Pd, che parla di “fantasmi sessantottini”, ha chiesto la convocazione di Gelmini in commissione Cultura alla Camera. “La ministra – ha detto la capogruppo, Manuela Ghizzoni – venga immediatamente a riferire, fornendo i dati delle insufficienze per materie in numeri assoluti e in percentuali con quelli dello scorso anno, così da poterli comparare. Dalle informazioni in nostro possesso  –  continua –  non si prefigura affatto per la scuola media un incremento delle insufficienze: perché celare questo dato positivo? Forse perché non rinforza l’immagine della Gelmini come vessillo del rigore nell’istruzione?”
E i diretti interessati, gli allievi, non sono da meno: secondo il leader della Rete degli studenti, Gelmini “con il solito tono da amministratrice delegata snocciola i dati degli scrutini del primo quadrimestre come se stesse parlando di un bilancio aziendale, arrivando a dichiararsi soddisfatta per la presenza di così tante insufficienze. Il ministro rispolvera la vecchia equazione seconda la quale il numero dei bocciati e rimandati indica uno stato di salute delle scuola, perché sarebbe indicativo di serietà e rigore“. Ma per De Zolt quella espressa dal responsabile del dicastero di viale Trastevere è “un’affermazione retorica e fondamentalmente sbagliata: un’insufficienza segnala un fallimento del sistema formativo, di cui il ministro dovrebbe sentirsi responsabile in prima persona“.
Agli studenti non è sfuggito che il numero di insufficienze, in particolare nelle materie scientifiche, sia rimasto decisamente alto, anche se in maniera disomogenea rispetto agli indirizzi e soprattutto tra le diverse aree del Paese: “è la dimostrazione ulteriore – sostiene il rappresentante degli allievi delle scuole superiori – che serve una riforma vera della scuola secondaria, basata sulla necessità di dare a tutti alte opportunità formative, investendo soprattutto nel mezzogiorno“. L’associazione si mette quindi nei panni dei migliaia di studenti che hanno ricevuto votazioni negative: gli istituti, infatti, anche a causa della carenza di fondi ministeriali non sono sempre in grado di organizzare corsi di recupero pomeridiani. “Mentre il ministro tenta di recuperare credibilità sbandierando (ancora) i provvedimenti sulla condotta, ci chiediamo chi dovrebbe stare al fianco di tutte le studentesse e gli studenti che hanno preso una o più insufficienze visto che le scuole non sono in grado – conclude De Zolt – di mettere in campo serie iniziative di recupero per la mancanza di soldi“.
Alessandro Giuliani

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