Giovedì 9 novembre, alle ore 15, all’ARAN, in via del Corso a Roma, si incontreranno le organizzazioni sindacali per l’avvio delle trattative per il rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro (CCNL) relativo al triennio 2016-2018.
In questo primo incontro, sono stati convocati solamente i segretari generali dell’intero comparto, mentre il primo incontro specifico sulla sezione scuola ci sarà il 13 novembre 2017.
Dunque, per quello che riguarderà il rinnovo contrattuale della Scuola nel suo specifico, bisognerà attendere lunedì 13 novembre.
Tuttavia, c’è grande attesa per la convocazione del 9 novembre, perché in quell’occasione si aprirà il confronto negoziale sul rinnovo del contratto.
La speranza dei sindacati è che da tale confronto possano essere date risposte concrete ai legittimi bisogni dei docenti e del personale scolastico, ma più in generale a tutti i lavoratori del settore della conoscenza, dopo un lunghissimo e illegittimo blocco contrattuale durato ben 9 anni.
I nodi sul tavolo del rinnovo contrattuale non sono soltanto di natura economia, ma anche giuridica. Infatti i sindacati, secondo l’intesa del 30 novembre 2016 siglata con la ministra della Funzione Pubblica, Marianna Madia, e sulla base dell’atto di indirizzo che richiama tale intesa, vorrebbero fare un decisivo e significativo passo in avanti nell’opera di smantellamento della legge 107. I
l rinnovo del contratto scuola sarebbe, sempre secondo il punto di vista di diversi sindacati di comparto, lo strumento per cancellare il bonus premiale e la chiamata diretta.
A proposito del bonus del merito, l’on. Simona Malpezzi del Partito Democratico ha dichiarato che è un cardine della legge 107/2015 e quindi non sarà oggetto di contrattazione.
Per i sindacati il rinnovo contrattuale è l’occasione, oltre che per recuperare la forte perdita salariale di potere d’acquisto, anche di riconsiderare una corretta disciplina del rapporto di lavoro.
Infatti, si tenterà di recuperare gli spazi di contrattazione perduti a causa del D.lgs.150/2009 ed eliminare le prerogative discrezionali assegnate, con la legge 107/2015, ai dirigenti scolastici.
In buona sostanza i sindacati puntano ad un adeguamento salariale che superi le 100 euro medie mensili e ad un ridimensionamento effettivo della legge 107/2015 e del d.lgs. 150/2009.
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