Consiglio non richiesto al neo-ministro e al neo-sottosegretario. Viste le tante dichiarazioni rilasciate sin dai primi giorni delle loro nomine.
Essendo uomini provenienti dalla scuola reale, e trovandosi ora nei posti di comando della seconda agenzia del lavoro al mondo dopo il Pentagono, cioè di un elefante burocratico, credo sia giusto che si prendano un po’ di tempo, ed assieme ad un “gruppo di ascolto”, che rappresenti tutte le anime, provino a segnare le linee portanti, da presentare in autunno in una “conferenza nazionale”, o “Stati Generali”. Dunque, stop alle quotidiane dichiarazioni.
La scuola ha bisogno, appunto, di certezze, anche di recuperare la fiducia ed il sostegno anzitutto verso il lavoro ordinario di tanti presidi, docenti, dsga, personale ata. Quelli che, senza clamori, tengono in piedi la scuola, offrono ai ragazzi e alle famiglie, al di lá di tante criticità, riferimenti sicuri, aperti, disponibili.
Cedere alla tentazione di una dichiarazione al giorno, alla lunga ingenera smarrimento, se non ulteriore sfiducia. Gli effetti boomerang sono sempre.
La priorità, dunque, va riconosciuta alla scuola ordinaria, quindi alle persone che vi operano. Sapranno sconfiggere il dominante modello assistenzialistico, o riconosceranno, con altre forme, il valore ed il primato della responsabilità personale? Valorizzeranno il pieno il concetto di “servizio pubblico”, col “bilancio sociale”, in un contesto di concreta “autonomia sussidiaria” di tutte le scuole?
Riusciranno, dopo la gaffe del premier al Senato il giorno dell’insediamento (non ha fatto cenno alla scuola e alla cultura) rimettere al centro la formazione come prima risorsa di un Paese capace di guardare in faccia il futuro?
Avranno il coraggio di rischiare su alcuni punti qualificanti, oppure si adegueranno al “dimmi quello che vuoi sentirti dire”?
Su questo saranno giudicati, sapendo che la luna di miele, come per tutti i governi, ha sempre un tempo limitato.
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