Oggi, 25 gennaio, manifestazioni in 23 città, promosse da Priorità alla Scuola e dai Cobas, mentre a Roma di fronte al Ministero dell’Istruzione, la protesta avrà come punto focale “basta alle classi pollaio e assunzione dei precari”.
In una nota si legge: “La ministra Azzolina è entrata al Ministero dell’Istruzione affermando che avrebbe preso di petto le classi pollaio ed ha continuato a ribadire lo stesso concetto anche nel corso della pandemia. Queste sono le parole. E i fatti? I fatti ci dicono che nemmeno un euro è stato stanziato né nel Recovery Plan né in Finanziaria per la riduzione del numero di alunni per classe e il problema del sovraffollamento delle classi è letteralmente scomparso nelle recenti linee guida emanate dal Ministero. Così le scuole, che hanno appena finito di raccogliere le iscrizioni, procederanno con i soliti coefficienti a costruire le classi iniziali”.
“Il tutto come se non si fosse nel pieno di una pandemia, il tutto come se la pandemia non avesse mostrato la condizione disastrosa della scuola pubblica italiana, condizione che ha comportato l’interruzione (o il forte depotenziamento attraverso la DAD) del diritto costituzionale all’istruzione per un’intera generazione la quale sta subendo, anche psicologicamente, i danni che negli anni sono stati inflitti alla scuola pubblica e che la crisi ha ulteriormente aggravato. Continuiamo a chiedere un punto di PIL per finanziare la scuola pubblica; chiediamo che i soldi pubblici, siano essi fondi europei o nazionali, non siano investiti ancora in digitale o in una fantomatica sinergia con le attività produttive, ma vengano utilizzati per una riduzione significativa del numero di alunni per classe e per il conseguente ampliamento dell’organico docente e ATA, docenti e ATA che devono essere al più presto stabilizzati. Non vogliamo rientrare nella scuola miseria che abbiamo conosciuto prima della pandemia, vogliamo una scuola pubblica di qualità, unico vero e reale deterrente alla sua progressiva privatizzazione”.
“Il 25 gennaio saremo davanti agli Uffici Scolastici regionali e Provinciali e al Ministero a Roma, Bologna, Pisa, Trieste, Genova, Torino, Reggio Emilia, Firenze, Massa, La Spezia, Napoli, Salerno, Catania, Siracusa, Prato, Bari, Modena, Mantova, Ancona, Vicenza, Padova, Pescara, Cremona per chiedere: riduzione del coefficiente del numero di alunni per classe: massimo 20 alunni e 15 in presenza di alunne/i con disabilità; immediata assunzione dei precari della scuola italiana; investimenti seri e veloci sull’edilizia scolastica; rientro almeno al 50% nelle scuole superiori delle Regioni e del 100% negli altri ordini di scuola in Campania; tracciamento capillare e diffuso all’interno delle scuole”.