Sabato 26 settembre, il Comitato nazionale Priorità alla Scuola scenderà in piazza a Roma, in Piazza del Popolo a partire dalle 15,30, per protestare contro le carenze del sistema scolastico, emerse già in questi primi giorni di scuola. Ci saranno anche i sindacati del comparto scolastico.
La manifestazione oltre a raccogliere i sindacati COBAS, FLC CGIL, CISL, UIL, SNALS, GILDA prevede l’adesione centinaia di associazioni e di realtà di movimento.
I motivi della protesta
Quali sono i motivi della protesta? l’assenza di spazi nelle scuole che in molti casi stanno dovendo mantenere la didattica a distanza. Centrale ovviamente, il tema del precariato: i precari della scuola sono aumentati causando disagi tanto ai docenti quanto agli studenti, che non sanno ancora chi li accompagnerà durante l’anno, si legge sul volantino del Comitato Priorità alla Scuola.
Sopratutto la questione sostegno, tema che sta diventando sempre più difficile da affrontare e da risolvere, basti considerare che ormai un insegnante su 5 è nominato proprio su una cattedra di sostegno, senza avere titolo di specializzazione e con scarse o nulle possibilità di garantire la continuità didattica.
Altro tema ugualmente centrale è quello dei trasporti, fondamentale per il ritorno a scuola: questo anziché aumentare “è stato ridotto, dal momento che gli stessi mezzi potranno viaggiare all’80% della capienza; sarà l’inquinamento a raddoppiare per l’incremento dell’uso di mezzi privati“.
Cosa chiede il Comitato
In definitiva, cosa chiede il Comitato Priorità alla Scuola?
– una parte cospicua dei fondi del Recovery Fund venga destinati alla scuola
per l’emergenza;
– ci siano investimenti strutturali definitivi in termini di percentuale del PIL investito per scuola e ricerca, così da raggiungere la media europea (5%) e scalare l’ultimo posto in Europa per abbandono e dispersione scolastica che occupiamo;
– gli investimenti nell’edilizia scolastica pubblica riguardino il recupero e la manutenzione di edifici fatiscenti come anche la riapertura delle scuole dismesse nelle aree interne e nelle periferie, e nell’acquisizione per uso scolastico del considerevole patrimonio immobiliare pubblico (dello stato e degli Enti Locali) attualmente inutilizzato;
– ci sia una riduzione drastica e definitiva di precariato nella scuola, il miglioramento delle condizioni lavorative nelle scuole, maggiori tutele ai lavorati fragili nella fase emergenziale e maggiori assunzioni affinché la scuola si allarghi e non si assottigli;
– si avvii un processo per costruire un sistema pubblico dedicato a bambini dagli 0-6 anni, con una riflessione rispetto a chi lavora in quel settore, spesso con condizioni contrattuali disastrose;
– sia ri-attivata la medicina scolastica come pratica di cultura della salute
collettiva, anche attraverso la riapertura in ogni istituto della sala medica con personale adeguato.
IL VOLANTINO DELLA MANIFESTAZIONE