Il 19 settembre entrerà in vigore il decreto con il quale l’Italia fissa a 14 anni l’età minima per esprimere il consenso al trattamento dei dati personali nei servizi online. L’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza si era invece espressa per i 16 anni con un parere alla Presidenza del Consiglio dei Ministri e alle commissioni parlamentari. Età tra l’altro già prevista dal Regolamento 2016/679/UE del Parlamento europeo e del Consiglio in materia di privacy. In proposito la Garante Filomena Albano ha scritto al presidente del Consiglio dei ministri Giuseppe Conte.
“Diventa di conseguenza opportuno che l’abbassamento dell’età del consenso digitale dai 16 ai 14 anni sia adeguatamente compensato e accompagnato da programmi formativi specifici, rivolti ai minorenni, che ne assicurino una sufficiente consapevolezza digitale” afferma la Garante. “I 16 anni erano una scelta ragionevole per garantire ai ragazzi una ‘partecipazione leggera’ attraverso l’assunzione di responsabilità dei genitori, che ora invece ricadono su di loro” afferma l’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza.
Nella nota la Garante registra, tra l’altro, che oggi un adolescente necessita del consenso genitoriale per il trattamento dei dati personali in qualsivoglia contesto offline – ad esempio per l’iscrizione in palestra – mentre, nel ben più complesso universo del trattamento dei dati online, può prescinderne. Da qui la necessità di investire nell’innalzamento della consapevolezza digitale.