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Privacy, cosa fare per limitare i rischi dello sharenting, la condivisione online da parte dei genitori di contenuti che riguardano i figli

Lo sharenting è un fenomeno che si riferisce alla condivisione online da parte dei genitori di contenuti che riguardano i propri figli, come foto, video o perfino ecografie. Il termine deriva dalla combinazione delle parole inglesi share (condividere) e parenting (genitorialità). Sebbene condividere momenti felici della vita dei propri figli possa essere comprensibile, è fondamentale riflettere sui potenziali rischi legati all’esposizione online.

Rischi dello sharenting

  1. Impatto sull’identità digitale
    La sovraesposizione può influire negativamente sulla formazione della personalità del minore, definendo un’immagine online non scelta da lui. Questo potrebbe provocare tensioni future tra genitori e figli, soprattutto se le immagini condivise risultano imbarazzanti o inadeguate agli occhi del minore una volta cresciuto.
  2. Utilizzi impropri delle immagini
    Le foto pubblicate possono essere sfruttate per fini illeciti, come pedopornografia, estorsioni o altre attività criminali. Inoltre, i dati associati alle immagini (come la geolocalizzazione) possono rivelare dettagli sensibili senza che i genitori ne siano consapevoli.
  3. Perdita del controllo sui contenuti
    Una volta pubblicati online o condivisi via chat, i contenuti sfuggono al controllo dell’autore, con il rischio che vengano riutilizzati da terzi.
  4. Reputazione e dimensione relazionale
    La condivisione di dettagli sulla vita del minore potrebbe condizionare non solo la percezione che altri hanno di lui, ma anche il modo in cui lui stesso costruisce le sue relazioni future.

Raccomandazioni per una maggiore consapevolezza

Per limitare i rischi dello sharenting, è opportuno adottare alcune precauzioni:

  • Protezione dell’identità del minore: rendere irriconoscibili i volti nelle foto, ad esempio usando strumenti grafici o emoticon.
  • Gestione della privacy: limitare la visibilità delle immagini ai soli contatti fidati e evitare la creazione di account social dedicati ai figli.
  • Informarsi: leggere con attenzione le informative sulla privacy dei social network per capire come vengono trattati i dati caricati.
  • Autocritica: chiedersi se i figli, una volta cresciuti, saranno d’accordo con ciò che è stato condiviso su di loro.

Lo sharenting è oggetto di attenzione da parte del Garante per la protezione dei dati personali, che suggerisce di estendere a questo fenomeno le tutele già previste per il cyberbullismo. Riflettere sulle implicazioni a lungo termine è essenziale per garantire ai minori una crescita serena, tutelando la loro dignità e il loro diritto alla riservatezza.

LA PAGINA INFORMATIVA DEL GARANTE

Lara La Gatta

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