Il 23 giugno l’Autorità Garante per la protezione dei dati personali ha presentato la Relazione sull’attività svolta nel 2019.
Come ogni anno, la Relazione illustra i diversi fronti sui quali è stato impegnato il Collegio dell’Autorità nel corso dell’anno di proroga del suo mandato, caratterizzato in questi ultimi mesi dall’impatto determinato dall’emergenza sanitaria legata al Covid-19 su tutti i settori della vita nazionale.
Il 2019 ha peraltro rappresentato per l’Autorità un anno particolarmente impegnativo ai fini del progressivo adeguamento al Regolamento Ue da parte dei soggetti pubblici e privati per i quali sono oggi previste nuove responsabilità.
Tra i tanti interventi promossi dal Garante, molti hanno riguardato le istituzioni scolastiche e in particolare la corretta gestione dei dati personali.
Il Garante ha infatti ricevuto numerosi reclami e segnalazioni aventi a oggetto la diffusione, sul sito web istituzionale di alcuni istituti scolastici, di graduatorie d’istituto relative al personale docente o al personale Ata, contenenti anche informazioni relative all’indirizzo di residenza, al numero di telefono fisso o di cellulare, all’indirizzo e-mail del personale nonché (a seguito degli approfondimenti effettuati) all’indicazione dei titoli di preferenza del personale scolastico e ai dati relativi alla salute dei docenti, contrariamente a quanto previsto dal Codice che ne vieta esplicitamente la diffusione.
In seguito all’intervento dell’Autorità, gli istituti scolastici hanno prontamente rimosso tali dati dal sito istituzionale.
Graduatorie di docenti e dati personali relativi a docenti sono stati diffusi anche da alcuni uffici scolastici regionali.
In tutte le ipotesi richiamate, il Garante ha proceduto alla notifica di violazione ai sensi dell’art. 166 del Codice con conseguente avvio del procedimento per l’adozione di provvedimenti correttivi/sanzionatori.
La diffusione di dati personali è stata inoltre oggetto di verifiche, effettuate dal Garante e culminate con la notifica della violazione ai sensi del richiamato art. 166 del Codice, in relazione a reclami riguardanti ipotesi di diffusione di dati personali, anche relativi alla salute, riguardanti studenti, nonché la diffusione di informazioni concernenti le valutazioni intermedie di candidati a una procedura selettiva bandita da un’università.
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