Per poter migliorare la nostra capacità di risoluzione, un metodo efficace è il Problem Solving che trae il suo significato, non solo dal fatto che assume una valenza formativa, ma anche dal fatto che nasce da una domanda. Un problema, in genere, nasce da una domanda e la scuola deve configurarsi come un luogo delle domande.
Il problem solving è un’attività scolastica che prevede la presentazione di un problema, solitamente poco strutturato, in modo che gli alunni debbano agire per individuare le informazioni utili e trovare diverse tipologie di soluzioni.
I problemi si differenziano secondo il grado di strutturazione, complessità, dinamicità e il livello di specificità/astrazione. Una classificazione di problemi può essere la seguente:
- problemi logici/algoritmi,
- problemi basati su racconti,
- problemi sull’uso di regole,
- decision-making,
- riparazioni di malfunzionamenti,
- ricerca di diagnosi,
- comportamenti strategici,
- studi di caso,
- progetti e dilemmi.
Nella procedura di problem solving si individuano 5 momenti:
- Comprensione: lo studente si approccia al problema, ne comprende le componenti e si chiede se ha mai incontrato qualcosa di simile;
- Previsione: inizia il ragionamento e ci si chiede di cosa si ha bisogno, si stima il tempo necessario per la risoluzione, gli strumenti utili;
- Pianificazione: questo è il vero e proprio inizio della fase di risoluzione, in cui si stabiliscono i dati in possesso, le conoscenze, in cui si fa ricerca;
- Monitoraggio: durante lo svolgimento del compito il ragazzo si chiede se sta raggiungendo la soluzione o deve cambiare approccio, se ha bisogno di aiuto o ha già qualche conclusione importante;
- Valutazione: alla risoluzione del problema ci si chiede se i tempi calcolati erano giusti, se è stata scelta la giusta prospettiva, dove sono stati fatti errori e come si può migliorare.