Queste sono le informazioni più aggiornate sui dipendenti MIUR, sui pensionamenti annuali e sul numero di scuole in Italia: il numero dei dipendenti del Ministero dell’Istruzione (MIUR) comprende una grande varietà di personale, tra cui insegnanti, amministrativi, tecnici e collaboratori scolastici (ATA).
Attualmente, ci sono oltre 1,1 milioni di dipendenti nel settore scolastico (Mi – Ministero dell’istruzione).
Ogni anno, circa 30.000-40.000 dipendenti vanno in pensione (Tecnica della Scuola).
l’Italia conta circa 8.200 istituzioni scolastiche (Mi – Ministero dell’istruzione).
Questi dati, possono variare di anno in anno, ma aiutano a comprendere la portata e le sfide della gestione del personale e delle infrastrutture nel sistema educativo italiano.
Questo vuol dire che ogni anno abbiamo 4 o 5 dimissionari per ogni istituzione. Se lasciassimo la possibilità ai dirigenti scolastici (presidi) di assumere direttamente, attingendo a graduatorie d’istituto, con la possibilità di chiamata diretta, si potrebbe facilmente superare la problematica di inizio anno dovuta alla carenza di personale.
La “chiamata diretta dei presidi” è un tema controverso nel sistema scolastico italiano. Questo meccanismo consentirebbe ai dirigenti scolastici (presidi) di scegliere direttamente i docenti da assumere
nelle loro scuole, bypassando le graduatorie e i sistemi di assegnazione centralizzati.
Le principali ragioni per cui molti sono contrari sono:
Preoccupazioni sull’equità
Indebolimento delle graduatorie:
Potere eccessivo ai presidi:
Disuguaglianze tra scuole:
Resistenza da parte dei sindacati:
In sintesi, una serie di preoccupazioni legate a trasparenza, equità e mantenimento di un sistema centralizzato che protegga i diritti dei docenti e garantisca un’allocazione delle risorse più uniforme su tutto il territorio.
La chiamata diretta dei presidi non sarebbe una novità.
In realtà è stato utilizzata in passato, soprattutto negli istituti professionali.
In particolare, era presente negli anni 80/90.
In quegli anni, i presidi avevano la possibilità di selezionare docenti con competenze specifiche e tecniche, cercando di far corrispondere al meglio il profilo dei docenti alle esigenze formative.
È stata re-introdotta nel contesto della Buona Scuola (Legge 107/2015), è stata applicata per un periodo relativamente breve (2016-2018), a causa delle numerose critiche e opposizioni.
Nel 2018, con il governo 5*/Lega, fu abrogata come parte di una revisione della legge, ritornando a graduatorie nazionali.
A mio parere, tutte queste problematiche potrebbero essere in buona parte superate adottando pesanti sanzioni (fino al licenziamento) ai presidi che dovessero per più volte attuare favoritismi.
Walter Montorsi
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