A carico di Christian Raimo, docente di storia e filosofia a Roma, ma anche storico, scrittore e saggista, il Ministero ha aperto proprio in questi giorni un procedimento disciplinare: lo ha reso noto lo stesso Raimo con un post sulla sua pagina Facebook.
“La ragione di questo procedimento disciplinare – spiega il docente – è che avrei violato il codice etico che esiste per noi docenti dipendenti pubblici”.
I fatti che vengono addebitati al professor Raimo risalgono alla fine del mese di marzo quando, nel corso di un dibattito televisivo sul caso di Ilaria Salis, aveva commentato così: “Una docente antifascista va in Ungheria e picchia dei neonazisti. Ma perché, ai neonazisti cosa si dovrebbe fare?”
Nelle ultime ore Raimo ha però precisato che la contestazione riguarda non tanto le cose detto in tv, ma il contenuto di un post di qualche giorno dopo.
“Era un post – spiega il docente – in cui dicevo che mi sembrava incredibile che un potere, sedicente liberale, reagisse alle critiche per vie giuridiche e soprattutto non dicesse nulla su striscioni che dei neonazisti mettono sotto scuola di un docente [me ne hanno messi tre, più quasi un migliaio di messaggi di minacce tra pubblici e privati]. Quello stesso potere, mi sembra che ora stia ancora usando la gerarchia per censurare la libera espressione”.
Il procedimento si baserebbe sulla mancata osservanza di due articoli del Codice di comportamento dei dipendenti pubblici.
L’articolo 10, infatti, dice che “nei rapporti privati, comprese le relazioni extralavorative con pubblici ufficiali nell’esercizio delle loro funzioni, il dipendente non sfrutta, né menziona la posizione che ricopre nell’amministrazione per ottenere utilità che non gli spettino e non assume nessun altro comportamento che possa nuocere all’immagine dell’amministrazione”.
E l’articolo 11-ter dello stesso codice sottolinea che “con riferimento all’utilizzo dei mezzi di informazione e dei social-media”, dispone che “in ogni caso il dipendente è tenuto ad astenersi da qualsiasi intervento o commento che possa nuocere al prestigio, al decoro o all’immagine dell’amministrazione di appartenenza o della pubblica amministrazione in generale”.
“Oggi – ricorda Raimo – c’è stata l’assoluzione di Donatella Di Cesare. Un tribunale ha stabilito che non è reato dire che un ministro sostiene tesi hitleriane se quel ministro dice delle cose hitleriane, tipo l’idea della sostituzione etnica”.
Il 21 maggio l’ “incolpato” dovrà presentarsi all’ufficio disciplinare dell’USR Lazio anche se – dice ancora Raimo – “in quel giorno avrei preferito fare lezioni in classe, spiegare le diverse interpretazioni storiografiche delle guerre religiose, e la differenza tra logica aristotelica e logica stoica”.
La vicenda ha però anche risvolti politici perché Christian Raimo è candidato alle elezioni europee nella lista di Alleanza Verdi Sinistra.
E così non mancano esponenti dell’opposizione che stanno manifestando solidarietà al docente, a partire dalle deputate PD Irene Manzi e Anna Ascani fino al capogruppo dell’Alleanza Verdi e Sinistra Peppe De Cristofaro, presidente del gruppo Misto del Senato.
Ma – scrive Raimo sulla sua pagina FB – “a Radio24, il parlamentare europeo di Fratelli d’Italia, Nicola Procaccini, ha inveito contro di me, arrivando più o meno a dire che sarei il mandante morale dell’attentato in Slovacchia”.
“Mi dispiace non averlo ascoltato – conclude ironicamente Raimo – ma ero in classe a spiegare i sillogismi e le fallacie linguistiche.”