Personale

Procedimento disciplinare: ci vuole il Consiglio superiore della docenza, secondo la Gilda

Per risolvere i problemi legati agli “errori” nella gestione dei procedimenti disciplinari ci vuole una soluzione radicale.
Non è neppure sufficiente istituire un apposito servizio ispettivo presso gli Uffici scolastici regionali che esamini i ricorsi in sede ammininistrativa, come prevede un disegno di legge presentato nei mesi scorsi dalla senatrice Bianca Laura Granato (M5S).
Ne è convinto Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda degli insegnanti, che sostiene: “I casi di abuso di sanzioni disciplinari contro i docenti sono sempre più numerosi, a dimostrazione del fatto che il diritto ad un giudice terzo, nel procedimento, non è evidentemente garantito”.
“È urgente modificare il sistema – aggiunge Di Meglio –  anche perché non è possibile che per rimediare agli errori commessi dai dirigenti scolastici i docenti siano costretti a ricorrere in tribunale e a sobbarcarsi spese legali spesso insostenibili a causa dei loro magri stipendi”.
Il riferimento al caso della maestra del Pavese sospesa per un giorno dal servizio perché ‘colpevole’ di aver denunciato alle forze dell’ordine i maltrattamenti subiti a casa da una sua alunna è del tutto evidente.
Ma il coordinatore della Gilda ricorda per esempio anche la vicenda di Giuseppe Falsone, professore in un istituto superiore della provincia di Treviso, sospeso dalla dirigente scolastica per aver denunciato il padre di uno studente che lo aveva aggredito.
La soluzione non è più rinviabile ed è per questo che – dichiara Di Meglio – “la Gilda propone l’istituzione del Consiglio superiore della docenza: un organismo che, analogamente a quanto avviene con il Consiglio Superiore della Magistratura, garantisca che le sanzioni disciplinari non siano utilizzate come armi improprie”.
In questa ipotesi toccherebbe al Consiglio esaminare la rilevanza sul piano disciplinare dei comportamenti del personale docente.
Il Consiglio dovrebbe avere natura elettiva e sarebbe formato da docenti, così come avveniva fino alla fine degli anni 90 quando il Consiglio nazionale della Pubblica Istruzione si occupava dei procedimenti disciplinari del personale docente della scuola superiore.

Reginaldo Palermo

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