La vicenda è successa in una scuola femminile in Gran Bretagna e risalirebbe al 2021. A riportare la notizia è Il Giornale.
Una docente di religione di una scuola privata femminile racconta che dopo un’assemblea su diversità e inclusione su generi e pronomi abbia esordito salutando con un “buongiorno ragazze” rivolte alle allieve di circa 11 anni. Quest’ultime si sarebbero sentite offese affermando che “non tutte in classe si identificano come femmine” e il giorno dopo hanno scritto i loro nomi alla lavagna e scelto i pronomi, maschili o femminili con cui essere identificate ess*/loro (they o them, in inglese).
C’è stata anche una vera e propria protesta il giorno dopo a pranzo perché la docente si sarebbe rifiutata di chiamare la classe con i pronomi senza coinvolgere prima i genitori. La conseguenza di questo gesto è stato il richiamo da parte della direzione e il procedimento disciplinare prima, per finire poi con il mancato rinnovo del contratto annuale alla scadenza. Non si sono fatta attendere anche le scuse alla classe da parte della direttrice per conto dell’insegnante: “Nessuno qui vorrebbe farvi del male e siete tutte/i (in inglese genericamente all) davvero amate/i da noi. Mi dispiace che vi siate arrabbiati/e (in inglese è neutro) e non intendevamo offendere. Siamo dispiaciuti che ci siate rimasti/e male”.
L’incarico della docente sarebbe stato commissionato dal Servizio sanitario e condotto dalla consulente pediatra Hilary Cass, ex presidente del Royal College of Pediatrics and Child Health.
La notizia è stata riportata all’attenzione dai quotidiani Mail on Sunday e Times proprio adesso che il governo è alle prese con nuove linee guida indirizzate agli istituti scolastici sul tema degli studenti transgender e che saranno disponibili nel giro di qualche settimana.