A quasi due anni dalla compilazione delle domande per partecipare alla procedura abilitante straordinaria, aperta anche ai docenti di ruolo, nulla si sa e nulla si discute.
Negli anni di insegnamento di ruolo ho avuto l’onore ed il piacere di acquisire una seconda laurea, con la speranza e l’entusiasmo di poter un giorno farne profitto, acquisire una seconda abilitazione, implementare le competenze, operare con maggior cognizione inter e multi disciplinare nella pratica quotidiana.
L’incertezza e l’illusorietà di poter/dover acquisire il suddetto titolo, ad oggi, mi hanno fatto passare la voglia di intraprendere un terzo percorso di laurea.
Chiedo agli esperti: ma conviene rendere così complicata l’acquisizione di altre abilitazioni da parte di docenti di ruolo (già abilitati per un codice)?
Ci vuole davvero tanta fatica e tantissimo lavoro per predisporre e realizzare percorsi certi, stabili nel tempo e veloci?
In questo senso, i vantaggi non sarebbero maggiori delle risorse impiegate?
- Le Università avrebbero più “iscritti” (a cominciare dal sottoscritto) quindi più entrate;
- Le scuole avrebbero docenti più ricchi di conoscenze, aggiornati e perciò aperti ai cambiamenti sociali;
- I docenti sarebbero più motivati e rigenerati, sentendosi liberi di poter passare e cambiare nel corso della carriera da un codice d’insegnamento all’altro;
- I Ministri di turno gestirebbero una scuola più autorevole, affidabile, autorigenerante.
Il tutto a vantaggio della comunità scolastica e nazionale.
Ci vuole tanto?
Gennaro Pascarella