E’ stato pubblicato dall’Invalsi sia per il primo che secondo ciclo della scuola il risultato del questionario scuola Invalsi, strumento creato per la raccolta di informazioni sulle Istituzioni scolastiche.
Lo strumento indaga anche alcuni elementi di contesto, quali le risorse materiali e professionali su cui la scuola può contare Il questionario scuola Invalsi nella versione più recente, prima di diventare a tutti gli effetti lo strumento grazie al quale è stato possibile elaborare 29 dei 49 indicatori del Rapporto di Autovalutazione (RAV), andato a sistema nell’a.s. 2014/2015, è stato utilizzato in tutti i progetti sperimentali relativi alla valutazione delle scuole ossia Valutazione e Miglioramento (VM), Valutazione Qualità della scuola (VSQ) e Valutazione e Sviluppo Scuola (VALES), nonché a supporto dei percorsi autovalutativi dei dirigenti scolastici neoassunti (NeoDS).
Il questionario scuola Invalsi è stato compilato dal 98% circa delle scuole statali di I e II ciclo (dati MIUR).
Tra le varie voci esaminate vi è quello relativo ai processi decisionali. In questo descrittore si esaminano i luoghi dove avvengono alcuni processi decisionali ritenuti chiave a scuola.
Sono stati considerati i luoghi, intesi come organismi, singoli individui o gruppi: il collegio dei docenti, il consiglio di istituto, i consigli di classe o interclasse, il dirigente scolastico, lo staff del dirigente scolastico, un gruppo di lavoro o dipartimento o commissione, i singoli insegnanti. I processi decisionali presi in esame concernono la ripartizione dei fondi del bilancio scolastico, le modalità di valutazione degli studenti, i criteri di formazione delle classi, le modalità di lavoro degli studenti, i contenuti del curricolo, le attività per ampliare l’offerta formativa, l’articolazione oraria, i metodi didattici, gli argomenti per l’aggiornamento degli insegnanti.
Interessante notare come il collegio docenti, in via complessiva, primeggia al Sud Italia come luogo prediletto per i processi decisionali, nel primo ciclo con la punta del 72,4% in Calabria, la più bassa risulta essere in Piemonte pari al 59,5%, il Nord Est è fermo al 62,7% e la più alta percentuale per il Nord Est si registra in FVG con il 63,1%; nel secondo ciclo sempre il Sud è in testa con un 67,6%, e la Calabria si conferma al primo posto sempre al 69%, la più bassa percentuale si registra in questo in Veneto con un misero 58%
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