Nessuno tocchi il liceo classico, ultima frontiera nell’occidente europeo, a difesa del latino e del greco, il cui studio in qualche modo rappresenta, come scrive Il Corriere della Sera, il nostro «petrolio» mal sfruttato come lo sono arte, architettura, archeologia, argomenti che per lo più passano sotto la sua supervisione.
Ma, in tempo di crisi e di disoccupazione giovanile, il classico finisce sul banco degli imputati, attaccato dai detrattori che lo individuano come il responsabile di una scarsa preparazione nelle materie scientifiche da parte degli studenti e di chi vede negli istituti a indirizzo tecnico e professionale la più probabile via al lavoro.
E al Carignano di Torino il liceo del latino e del greco va a processo, accusato di essere arretrato, obsoleto, nostalgico, inattuale. In attesa di vedere come andrà a finire questo singolare processo: assolto o condannato, c’è anche da dire che si è celebrato in altri anni.
Ciò che però bisogna fare rilevare che nella simulazione processuale del dibattimento nell’aula di un tribunale, si affronteranno davanti ai giudici l’economista Andrea Ichino (in veste di pm che incolpa il classico di essere superato), e un difensore d’eccezione della scuola degli umanisti: Umberto Eco. A lui spetterà l’arringa, per convincere la Corte a salvare la più longeva tra le istituzioni scolastiche. L’insolito processo è un’iniziativa del Miur, con il Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università di Torino, la Fondazione per la Scuola della Compagnia di San Paolo e Il Mulino.
L’udienza è stata convocata per oggi, davanti a un pubblico di studenti e professori, a cui è stato chiesto, negli scorsi mesi, un parere sull’argomento. A pronunciare la sentenza saranno i giudici Armando Spataro, Procuratore della Repubblica di Torino (sarà il presidente della Corte), Marco Cantamessa del Politecnico, l’editorialista Gian Arturo Ferrari, il presidente della Compagnia di San Paolo Luca Remmert, il docente di Storia romana, Sergio Roda. L’idea nasce da una suggestione del linguista Ugo Cardinale, appassionato apologeta dei classici.
Tra i testimoni, a sostegno di accusa e difesa: Massimo Cacciari, Tullio De Mauro, Massimo Giletti, Giulio Giorello, Michele Boldrin, in video; dal vivo, Marco Malvaldi, Stefano Marmi, Luciano Canfora, Ivano Dionigi, Gabriele Lolli e Adolfo Scotto di Luzio. Si farà, senz’altro, cenno ai dati nazionali: «Il 7% dei ragazzi si iscrive al classico, il 30% preferisce lo scientifico», spiega il direttore generale per gli Ordinamenti Scolastici del Miur, Carmela Palumbo.
In gioco c’è il futuro della scuola. La scienza sfida l’aoristo.
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