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Processo Stella Maris: uno schiaffo alle giovani vittime della violenza psichiatrica

Sono passati già cinque anni dall’inizio di un processo che vede imputati il Direttore Generale della Stella Maris Roberto Cutajar (che è stato ritenuto colpevole e già condannato a due anni e otto mesi di reclusione, avendo scelto il rito abbreviato nel maggio del 2019), il Direttore sanitario della STELLA MARIS, Giuseppe Di Vito (per omessa vigilanza e assunzione di personale non adeguatamente formato), alcuni operatori sanitari e i responsabili della STELLA MARIS di Montalto di Fauglia, per complessivi 15 imputati accusati di abusi ai danni degli ospiti della struttura, ma il processo procede così lentamente che il pericolo di pregiudicare l’andamento delle udienze è serio.
Il grande numero degli imputati, infatti, unito alla lentezza del processo dovuta in parte anche alle problematiche COVID, starebbe rallentando, anche ora che si è tornati alla normalità di udienze in presenza, i tempi della calendarizzazione degli incontri (la prossima udienza è prevista per il 18 ottobre, le successive a novembre e a dicembre).
Ma ripercorriamo in breve i fatti che hanno portato al processo.
In seguito alla denuncia dei genitori di alcuni giovani ospiti della STELLA MARIS di Montalto di Fauglia “struttura ospedaliera di rilievo nazionale e di alta specializzazione per la neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza”- così si legge sul sito -, la struttura è stata posta sotto controllo con l’installazione di microcamere e, dopo tre mesi di intercettazioni, la Procura di Pisa, avendo prove evidenti (segnalate anche da alcune lettere anonime di dipendenti che denunciavano abusi e insabbiamenti di prove), configurò l’ipotesi di reato per maltrattamenti (tra gli ospiti della struttura, ricordiamo Mattia, morto successivamente, per soffocamento, in seguito al blocco della glottide causato dall’abuso di farmaci).
I genitori e i tutori ascoltati due giorni fa hanno riportato le violenze subite dai propri figli e documentate dalle videoregistrazioni (208 episodi di violenza in meno di quattro mesi) ma, nonostante l’impegno del magistrato Susanna Messina (riconosciuto anche dalle parti civili), questioni amministrative rischiano di pregiudicare i tempi del processo.

Per questi motivi e per onorare tutte le vittime degli abusi psichiatrici che ancora vengono perpetrati ai danni di persone private della libertà personale, non in grado di difendersi da sole, chiediamo un intervento immediato affinché sia previsto un numero di udienze, maggiore e più ravvicinato, per procedere in modo spedito e rendere giustizia a chi ha subito e subisce violenze e abusi.

Anna Grazia Stammati
Presidente Telefono Viola (contro gli abusi e le violenze psichiatriche)

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