Fine settimana ricco di avvenimenti politici. Le novità non riguardano solo la crisi di Governo ma anche la politica scolastica.
Il presidente della Repubblica Napolitano ha deciso di rinviare Romano Prodi alle Camere; al Senato il dibattito si aprirà oggi, martedì 27 febbraio, e si dovrà necessariamente chiudere entro la giornata del 1° marzo (unico giorno in cui la senatrice a vita Rita Levi Montalcini sarà in Italia).
I problemi sono rilevanti anche se Marco Follini, ex Udc, vicepremier con il Governo Berlusconi, ha già annunciato che voterà la fiducia a Prodi.
I senatori “dissidenti” che non hanno votato la relazione del Ministro D’Alema determinando la crisi non hanno ancora sciolto tutte le riserve: Franco Turigliatto, per esempio, ha già fatto sapere che, prima di decidere come votare, vuole sentire cosa dirà Prodi in Parlamento.
E l’opposizione solleva anche questioni di procedura e contesta il calendario annunciato per il dibattito al Senato (poiché la maggioranza è appesa al filo di uno-due voti si gioca, da una parte e dall’altra, a votare nel momento considerato più favorevole).
Se tutto filerà liscio a partire dal 5 marzo l’attività parlamentare dovrebbe riprendere in modo regolare o meglio, con i problemi di sempre.
Alla Camera si potrebbe concludere la discussione sulla conversione in legge del decreto n. 7 (area tecnico-professionale e trattamento fiscale delle donazioni alle scuole).
Fra le iniziative politiche del fine settimana va segnalata la manifestazione di Modena promossa dal gruppo parlamentare dell’Ulivo nel corso della quale Fioroni e Bastico (ma non solo) hanno fatto il punto sull’attuazione del programma sulla scuola.
Sulla questione delle donazioni Fioroni è stato evasivo e ha evitato accuratamente di chiarire i motivi per cui il costo delle deduzioni fiscali sarebbe a carico dei fondi per la scuola statale e non anche di quello per il sistema paritario.
Sugli anticipi nella scuola primaria il viceministro Bastico ha dovuto ammettere che nulla si è fatto e che anzi a partire dal prossimo anno scolastico la legge Moratti andrà a pieno regime.
Ma l’ammissione più grave è arrivata forse proprio da Fioroni: la legge finanziaria – ha spiegato il Ministro – non parla di obbligo scolastico ma di obbligo di istruzione fino a 16 anni che potrà quindi essere assolto sia nel sistema scolastico nazionale sia in quello regionale.
A gettare acqua sul fuoco ci ha pensato anche il responsabile scuola dei DS Andrea Ranieri che ha ricordato a tutti che – alla fin fine – gli studenti che assolveranno l’obbligo nella formazione saranno si e no il 2% del totale.
Nel complesso Fioroni & C. hanno riscosso poco consenso e la manifestazione ha contribuito a creare la sensazione che l’esecutivo abbia difficoltà non solo in Parlamento ma anche nel Paese reale.