Una settimana dopo i fatti, avvenuti lo scorso 29 maggio, parlare dell’aggressione ai danni di Elisabetta Condò, docente di storia all’istituto Alessandrini di Abbiategrasso, nel milanese, sono i genitori dell’autore del folle gesto, che ha solo 16 anni e che al momento si trova in carcere.
Come riporta La Repubblica, il padre dello studente ha detto: “Ci siamo scusati con la scuola, ora l’importante è che lei stia meglio. Ci sarà tempo per parlare”. Tramite l’avvocato la famiglia ha spiegato di aver subito manifestato al preside la sua vicinanza. E che adesso aspetta i tempi e i modi più giusti per manifestarla direttamente alla professoressa perché la priorità è che la docente stia meglio, e dopo ci sarà il tempo per parlarsi.
“Un incontro con la professoressa lo faremo nei modi e nei tempi più opportuni. Lo avevamo già in animo. Non ci sentiamo comunque costretti dopo averlo letto sul giornale”, ha detto il legale, come riporta Il Giorno. “Se per queste mancate scuse immediate ci vuole un colpevole, ecco quello sono io, che ho consigliato ai genitori del ragazzo di operare in un modo differente”.
“Ci sembrava inopportuno contattare la docente pochi giorni dopo l’accaduto. Solitamente dubito dei perdoni che si chiedono dieci minuti dopo un’offesa grave. Quelle della famiglia del ragazzo saranno scuse vere, non di comodo da dare in pasto all’opinione pubblica”.
L’avvocato fa riferimento alle parole della docente, che è finalmente stata rilasciata dall’ospedale, pronunciate ieri: la donna si è detta dispiaciuta di non aver ricevuto scuse ufficiali da parte della famiglia. “Non me lo aspettavo dal ragazzo che è sicuramente sotto choc, ma almeno dai genitori. Invece nessuna parola. Comunque non porto rancore e spero e voglio che lo studente recuperi equilibrio e normalità”, ha detto con amarezza.
Il preside ha confermato: “Le scuse le hanno fatte a me. C’è, da parte della scuola, comprensione per la situazione della famiglia, che è ben consapevole della gravità dell’accaduto. Ho comunicato subito all’interno della scuola l’attenzione e la costernazione da parte del 16enne, quindi anche da parte sua le scuse non sono mancate. Quando hanno parlato con me, ho fatto sentire ai genitori la nostra vicinanza e la nostra preoccupazione nei confronti del ragazzo. Perché per noi gli studenti che sbagliano non vanno allontanati ma, al contrario, accolti e aiutati perché si riprendano dalla caduta. Quando ho accompagnato il ragazzo in ambulanza, dopo il fatto, era paralizzato e guardava nel vuoto. Appariva assolutamente calmo, ma non era in sè”.
E, sulle condizioni della docente: “L’abbiamo sentita con dei vocali, con messaggi WhatsApp e la aspettiamo a braccia aperte. Conosciamo il suo valore, la sua professionalità e la sua tenacia, e pensiamo che sicuramente avrà le energie per recuperare nel minor tempo possibile. Il suo stato d’animo è migliorato, ma sappiamo che un evento così traumatico richiede tempo e un percorso dedicato”.
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