Il giornalista e scrittore Francesco Merlo, su La Repubblica, ha parlato della vicenda relativa ad Elisabetta Condò, la docente di Abbiategrasso accoltellata da un suo studente di 16 anni in classe, fatto che ha sconvolto l’intero Paese.
Secondo Merlo non è stato fatto e non si fa abbastanza per tutelare la categoria dei docenti, da anni bistrattata da più punti di vista nonostante il prezioso lavoro che porta avanti quotidianamente. “In qualsiasi altro Paese d’Europa la professoressa di Italiano Elisabetta Condò, accoltellata alle spalle ad Abbiategrasso da un suo allievo, sarebbe stata coccolata e celebrata perché il Paese avrebbe sentito quelle coltellate su di sé e sulla sua civiltà”, ha esordito.
“Purtroppo, in Italia non c’è insegnante che non abbia subito offese dai genitori malandrini e dai loro figli bulli. E da decenni i prof vengono maltrattati dai ministri e dai riformatori della ‘riforma continua’. Sono gli ultimi lettori di libri (e di giornali) in un Paese dove non si legge più. Nelle zone calde, anche del Nord, affrontano e risolvono con sobrietà e discrezione mille invisibili drammi quotidiani. La preziosa fatica dei loro gesti minuti, anche a difesa del decoro, è la forza della scuola e della democrazia italiane”.
“Eppure, se subiscono minacce non hanno le scorte facili dei magistrati e dei giornalisti. Sottopagati, senza le luci della tv né il conforto della politica, sono gli eroi muti d´Italia. Ecco perché quelle orrende coltellate non hanno commosso nessuno e sono state già dimenticate”, ha concluso con amarezza lo scrittore.
Nel frattempo la professoressa Condò è tornata casa. Dopo diversi giorni in ospedale, dovrà affrontare una lunga riabilitazione alla mano, potrebbe rientrare in classe a settembre.
La donna, intervistata da Repubblica, si è detta dispiaciuta di non aver ricevuto le scuse dalla famiglia del ragazzo, né dal loro avvocato: “Non me lo aspettavo dal ragazzo che è sicuramente sotto choc, ma almeno dai genitori. Invece nessuna parola. Comunque non porto rancore e spero e voglio che lo studente recuperi equilibrio e normalità”.
Come riporta La Repubblica, il padre dello studente ha poi risposto: “Ci siamo scusati con la scuola, ora l’importante è che lei stia meglio. Ci sarà tempo per parlare”. Tramite l’avvocato la famiglia ha spiegato di aver subito manifestato al preside la sua vicinanza. E che adesso aspetta i tempi e i modi più giusti per manifestarla direttamente alla professoressa perché la priorità è che la docente stia meglio, e dopo ci sarà il tempo per parlarsi.
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