Lo studente che ha accoltellato a soli 16 anni la sua professoressa di italiano ad Abbiategrasso è stato bocciato. Il consiglio di istituto, riunitosi in seduta straordinaria, ne ha votato all’unanimità l’esclusione dallo scrutinio, che comporta la non ammissione all’anno successiva. Lo riporta Open.
La faccenda, in ogni caso, non si chiude qui. Il provvedimento è stato notificato alla famiglia, insieme a quello di espulsione dalla scuola. La decisione del consiglio di istituto non era prevedibile, vista la buona media di voti dello studente. La famiglia del giovane, incredula, ha così deciso di fare ricorso per revocare la bocciatura.
“Aveva la media del 9 in fisica e dell’8 in matematica: è arrivato secondo ai giochi matematici dell’istituto. L’unica insufficienza era in storia, con la professoressa in questione” ha spiegato a Il Corriere della Sera l’avvocato Stefano Rubio, legale della famiglia del sedicenne. “Si è trattato di una mossa cautelativa, quasi pilatesca, da parte della scuola. E non è un bel segnale. La decisione è stata presa dal consiglio di istituto, che non è formato dai suoi insegnanti e, in via riservata, abbiamo saputo che la decisione non è stata condivisa da tutti loro. Il ragazzo, che è ancora sotto osservazione psicologica, non sarebbe comunque mai tornato in quella scuola. La bocciatura e l’allontanamento renderanno più difficile un inserimento futuro in classe, tra l’altro con ragazzi più piccoli. Invece di non ammetterlo agli scrutini, avrebbero potuto giudicarne il rendimento e poi decidere in seguito sull’espulsione”.
“Ho chiesto – ha aggiunto il legale – di poter essere presente alla seduta, al posto del giovane e della sua famiglia. Il ragazzo non ha ancora cognizione piena di quanto accaduto e non è in grado di dare spiegazioni. Bisogna ricordare che, oltre alle lesioni all’insegnante, si è auto inflitto coltellate al capo. Non mi è stata concessa la partecipazione, ma così è mancato un quadro completo”. Il giovane si trova attualmente detenuto all’istituto penale per minorenni Cesare Beccaria di Milano, in attesa della chiusura delle indagini.
Intanto la professoressa Elisabetta Condò, ferita il 29 maggio scorso, è uscita dall’ospedale dopo qualche giorno di degenza. Ha ricevuto sei fendenti di cui uno alla testa che le ha provocato una microfrattura. Condò sta affrontando un lungo periodo di riabilitazione fisica coadiuvata anche da supporto psicologico.
La docente qualche giorno fa ha affermato: “Avevo preferito inizialmente la linea del silenzio stampa, ma poi una serie di informazioni false diffuse sui media, in particolare circa presunte note con cui avrei vessato l’alunno“.
E continua: “Mi dispiace sentire minimizzare da parte dell’avvocato del ragazzo la mia sofferenza. Ma da questa vicenda vorrei trarre spunto per ragionare sul rapporto tra la scuola e la società sempre più esasperata nella quale viviamo. In primo luogo tengo a precisare che, nonostante sia uscita dall’ospedale il quarto giorno dopo l’intervento, il dolore al braccio è ancora intenso, ho diverse ferite da taglio sulla testa, inclusa una microfrattura cranica, e che i colpi inferti vicino al collo per puro caso non hanno intercettato l’aorta, altrimenti non sarei più qui. Sono ancora ben lontana dal poter riprendere una vita normale. Mi attende infatti una lunga e dolorosa fisioterapia, oltre che un percorso di supporto psicologico, senza considerare il danno permanente che potrebbe conseguire a quanto accaduto.
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