Oggi, 12 giugno, all’interno del programma di Canale5 Mattino5, è intervenuto l’avvocato che difende la famiglia del ragazzo di 16 anni che lo scorso 29 maggio ha accoltellato, in classe, ad Abbiategrasso, nel milanese, una delle proprie docenti, Elisabetta Condò.
L’avvocato ha cercato di delinare un determinato quadro dell’aggressore: “Si tratta di un ragazzino, uno dei primi della classe, che non ha mai avuto nessun problema, trovato nella pozza del suo sangue che si autoinfliggeva colpi col coltello che adesso è seguito in neuropsichiatria. Non tutti i disagi derivano dal bullismo: in questo caso è una vicenda diversa”.
Stando a quanto dice il legale il ragazzo non ha mai avuto una condotta riprovevole: “Non era mai stato protagonista di atti di bullismo. Questo ragazzo è anche educatore all’oratorio, vincitore di premi di matematica, non aveva mai dato avvisaglie. L’ambito in cui ha luogo la formazione e l’osservazione di questi ragazzi è principalmente la scuola. Non è stato mai osservato o segnalato nulla. I compagni di classe lo descrivono come mite”.
E, in quanto ai provvedimenti disciplinari nei suoi confronti di cui si è parlato come se avessero innescato la rabbia nel ragazzo: “Note in classe? Ne aveva quattro o cinque come i suoi compagni, non relative a episodi di bullismo ma di vita scolastica normale. L’episodio più grave era il lancio di una fiala puzzolente in classe. La scuola non aveva segnalato alcun disagio, aveva semplicemente convocato la famiglia”.
“Manca qualcosa da parte della scuola, ci vuole una collaborazione con le famiglie. Scuse della famiglia? Non è vero che non sono arrivate. Abbiamo chiesto scusa dal primo giorno al preside, affinchè le trasmettesse alla docente, al prof di religione, ai compagni e ai genitori. Il preside non le ha trasmesse. Abbiamo chiesto il numero, se ci viene dato lo faremo. Il dirigente ci ha detto che l’interlocutore era uno studio legale”, ha concluso l’avvocato, negando di non aver chiesto scusa alla docente.
Nel frattempo la professoressa Condò è tornata casa. Dopo diversi giorni in ospedale, dovrà affrontare una lunga riabilitazione alla mano, potrebbe rientrare in classe a settembre.
La donna, intervistata da Repubblica, si è detta dispiaciuta di non aver ricevuto le scuse dalla famiglia del ragazzo, né dal loro avvocato: “Non me lo aspettavo dal ragazzo che è sicuramente sotto choc, ma almeno dai genitori. Invece nessuna parola. Comunque non porto rancore e spero e voglio che lo studente recuperi equilibrio e normalità”.
Come riporta La Repubblica, il padre dello studente ha poi risposto: “Ci siamo scusati con la scuola, ora l’importante è che lei stia meglio. Ci sarà tempo per parlare”. Tramite l’avvocato la famiglia ha spiegato di aver subito manifestato al preside la sua vicinanza. E che adesso aspetta i tempi e i modi più giusti per manifestarla direttamente alla professoressa perché la priorità è che la docente stia meglio, e dopo ci sarà il tempo per parlarsi.
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