Emergono ancora nuovi dettagli sull’episodio relativo alla docente accoltellata, Elisabetta Condò, aggredita da uno studente, di 16 anni, lo scorso 29 maggio, in classe, all’istituto Alessandrini di Abbiategrasso. Il 16enne è stato sentito in udienza, come riporta La Repubblica.
Il ragazzo andrà in carcere
Lo studente andrà in carcere: Il giudice per le indagini preliminari Nicoletta Cremona è arrivata all’esito dell’udienza di convalida dell’arresto, formalizzato dai Carabinieri di Abbiategrasso la sera stessa dell’aggressione.
Il ragazzo è accusato, nell’indagine del capo della procura dei minori Ciro Cascone e Giulia Pezzino di tentato omicidio aggravato dalla premeditazione e detenzione di armi finalizzata alla commissione del reato di tentato omicidio. Ecco cosa ha detto il 16enne nel corso dell’udienza:
“Non so perché l’ho fatto”, queste le sue parole. Secondo i magistrati, l’indagato “nel corso dell’udienza ha ammesso la propria responsabilità, non riuscendo a fornire una giustificazione per il gesto compiuto, e non ha formulato alcuna riflessione critica rispetto alla gravità dei propri agiti”.
“Nessuna giustificazione per il gesto compiuto”
Nel frattempo la Procura di Milano non vuole parlare di diffuso disagio scolastico, come si sta discutendo in questi giorni e come ne ha parlato anche il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara al Senato: “Le attività investigative proseguiranno per definire ulteriormente il quadro e ricostruire i tratti di personalità del giovane indagato – scrive in una nota – Al di là delle condizioni personali che possano aver determinato il gesto in questione, lo stesso va letto, a parere di questo Ufficio, quale episodio isolato, non sintomatico o tendenziale del disagio e malessere diffuso in alcune fasce della popolazione giovanile e adolescenziale”.
“Ha ammesso la propria responsabilità – spiega la Procura per i minorenni, come riporta Il Corriere della Sera -, non riuscendo a fornire una giustificazione per il gesto compiuto, e non ha formulato alcuna riflessione critica rispetto alla gravità dei propri agiti. Le indagini finora compiute hanno evidenziato che il ragazzo, all’improvviso, in aula, durante la lezione, ha colpito la propria docente, aggredendola alle spalle, con un pugnale che aveva portato all’interno dell’istituto nascosto nello zaino, e procurandole lesioni, cessando l’aggressione solo quando la vittima fuggiva dall’aula. Lo stesso poi, impugnando una pistola – rivelatasi successivamente essere un’arma ad aria compressa – intimava ai compagni di allontanarsi dall’aula”.