Un titolo in linea coi tempi quello scelto dal Prof. Arcangeli per il suo articolo sul concorso Ds 2017: “Dai congiuntivi alle percentuali, quando l’asino è l’aspirante preside”.
Articolo demolitorio nei confronti dei concorrenti, denigratorio nei confronti della classe docente di cui quei concorrenti pur fanno parte, distante dalle verità processuali e sostanziali della vicenda. Questa replica non intende entrare in contraddittorio con quanto afferma il Prof. Arcangeli, nel suo dire risuona quel populismo diffuso che cerca il facile consenso, che parla alla pancia del Paese distogliendo l’attenzione dell’opinione pubblica dall’analisi puntuale e veritiera dei fatti; al populismo non c’è risposta, come non c’è risposta a chi ricorre all’insulto nel tentativo di oscurare una complessa vicenda che ancora una volta danneggia la Scuola tutta, per mano di pochi.
Ben comprendiamo che quanto scrive e’ a salvaguardia del Suo operato, certamente gli episodi che riporta risponderanno al vero, ma si tratta di verità parziali, riconducibili a qualche singolo concorrente, non raccontano il concorso. Eventi circostanziati, documentati e suffragati da prove smentiscono quanto sostiene: duemila ricorsi amministrativi depositati al TAR Lazio e due esposti presentati presso la Procura della Repubblica costituisco verità processuali.
Che il concorso DS 2017 sia divenuto un’imbarazzante vicenda, non solo per il MIUR, ma per tutto l’entourage che ha preso parte alle diverse fasi della procedura concorsuale, e’ sotto gli occhi di tutti, ma non sarà l’ingiuria a distogliere l’attenzione dell’opinione pubblica e della Scuola dal vero.
Esimio Presidente della sottocommissione 30, Professore Emerito, pensa che chiamandoci “Somari” potra’ mettere a tacere tutto ciò che è emerso?
Perché non indirizza la Sua missiva alla Terza Sezione del Tar Lazio che ha annullato il procedimento? Sui Giudici non una parola, si tiene distante dai risvolti giudiziari del Concorso, Ella ha solo falcidiato i concorrenti con la mano di Lady Macbeth e si è poi dilettato nella pratica dell’insulto dei Docenti, consuetudine tutta nostrana. Che qualche personaggio discutibile insulti la categoria dei docenti transeat, che ciò provenga da un uomo di cultura è grave. Non risponderemo ad ulteriori provocazioni perché non ci sentiamo offesi dal Suo dire, non ci riconosciamo nelle Sue parole. Continueremo a lottare affinché la verità emerga, non per divenire Dirigenti a tutti i costi, ma nel rispetto di quei ragazzi a cui ogni giorno insegniamo i valori della Legalità e della fiducia
nelle Istituzioni.
Non raglieremo Prof. Arcangeli, non beleremo, lotteremo dentro e fuori i confini del Nostro Paese.
Lettera firmata
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