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Prof colpita con pistola ad aria compressa, genitore fa ricorso e fa annullare la sospensione per gli studenti responsabili

Un fatto che ha dell’incredibile: gli studenti che si sono resi responsabili degli spari, con una pistola ad aria compressa, rivolti ad una docente intenta fare lezione all’istituto Viola Marchesini di Rovigo non sono mai stati sospesi. O meglio, per loro la scuola ha effettivamente decretato cinque giorni di sospensione. Il fatto è che il provvedimento non è stato mai attuato.

Sospensioni mancate

Il motivo? Un genitore di uno dei ragazzi coinvolti, così come riporta Il Corriere del Veneto, ha fatto ricorso e ottenuto l’annullamento della misura. A quanto pare il testo della sospensione è stato scritto in modo errato. Resta da vedere cosa succederà adesso che la docente, come abbiamo riportato, ha deciso di denunciare l’intera classe, composta da 24 alunni.

Il 18 ottobre il consiglio di classe aveva disposto cinque giorni di sospensione per lo studente che aveva sparato e altrettanti per quello che aveva ripreso la scena con il cellulare, due giorni invece per il proprietario della pistola e per l’alunno che l’aveva poi lanciata dalla finestra nel tentativo di sbarazzarsene. 

Ancora niente scuse da parte dei ragazzi

Gli studenti, appartenenti ad una prima superiore, pare si fossero organizzati per una sfida: colpire la docente e riprendere il tutto con uno smartphone per fare diventare virale il video sui principali social. Nel frattempo l’insegnante, a qualche mese dall’accaduto, che nel frattempo non insegna più in quella classe, ha deciso di raccontare la sua storia e uscire allo scoperto, spiegando anche che conseguenze ha avuto tutto ciò nel suo lavoro.

“Quando vado a scuola ho sempre il timore che i ragazzi mi deridano. Ho saputo che, un mese dopo quell’episodio, alcuni studenti hanno scimmiottato la scena di fronte a un collega, e quel collega ha dato loro una nota”, ha detto con amarezza. “La mia è una denuncia veramente sofferta, per tutelare la mia persona, perché sono stata umiliata”, ha aggiunto.

“Erano tutti complici – hanno detto i suoi colleghi – non hanno dimostrato alcun ravvedimento”. “Finora mi hanno chiesto scusa solo un ragazzo e suo padre. Gli altri no. Sono stati tutti colpevoli. Ad ogni modo, se lo vorranno, sono sempre disponibile a ricevere le loro scuse. E spero avvenga”, questa la speranza della docente.

Redazione

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