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Prof colpita da pistola ad aria compressa, ragazzi coinvolti promossi. Una madre: “Se lo meritano. Che altro vuole la docente?”

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La questione relativa alla promozione, con il nove in condotta, dei ragazzi che hanno sparato ad una professoressa, Maria Cristina Finatti, con una pistola ad aria compressa, o meglio di colui che ha commesso il fatto e del compagno che ha filmato il tutto, fa ancora discutere.

Parla la madre dell’unico ragazzo bocciato

Dopo la reazione della docente stessa, i cui legali, che hanno chiesto l’accesso agli atti della scuola, cercheranno di fare chiarezza, a commentare, a Il Corriere della Sera, è stata un genitore, nello specifico la mamma di uno dei ragazzi che sono stati indagati, di 14 anni, quello che ha portato la pistola in classe. Tutti i responsabili hanno dovuto affrontare un percorso formativo deciso dall’istituto, hanno svolto del volontariato e sostenuto dei colloqui con degli psicologi.

Quest’ultimo, al contrario dei compagni, è stato l’unico ad essere bocciato. La donna non è d’accordo con la decisione della scuola: coloro che hanno commesso il fatto non sono stati bocciati, mentre lui, che non è stato protagonista attivo del gesto, invece sì.

“Lo sostiene la professoressa, che i ragazzi non sono stati puniti a sufficienza. Io, invece, so che mio figlio ha fatto, e sta ancora facendo, il suo percorso per affrontare tutto ciò che è accaduto da quell’11 ottobre in poi. E quindi, sinceramente, ciò che ora dice quell’insegnante non mi riguarda”, ha esordito la madre, rispondendo alle parole della prof. “La prof ora è tornata a parlare in televisione, e io che dovrei dirle? Più di averle fatto le scuse, più di aver fatto tutto ciò che si doveva, che altro vuole?”, ha continuato.

“Non è giusto continuare a puntare il dito contro di loro”

La donna crede che la scuola abbia fatto bene a promuovere i due ragazzi: “Guardi, io sono per il merito e per le cose giuste: se un ragazzo è in difficoltà è giusto che venga bocciato. Ma per quanto riguarda i due ragazzi che sono stati promossi, penso che sicuramente se lo siano meritati quel 9 in condotta e pure la promozione. Per un comportamento sbagliato, uno solo, allora non credo sia giusto far perdere l’anno scolastico”.

“A 14 anni si può sbagliare. Vorrei vedere se chiunque, a 14 anni, non ha mai sbagliato… Ma allora mi chiedo: perché dobbiamo condizionare questi ragazzi, continuando a puntare il dito contro di loro? Qualcuno me lo spieghi. Perché è proprio questo l’insegnamento che la professoressa, con le sue parole, sta dando. È una vergogna. Penso che molti parlino senza sapere le cose. Io invece, le ripeto, conosco il percorso di riflessione che mio figlio ha affrontato in questi mesi. E questo percorso c’è stato. Su tutto il resto, a cominciare da ciò che dice l’insegnante, preferisco non entrare”, ha aggiunto con stizza.