Abbiamo già parlato del caso di Mirandola, del video che ritrae uno studente lanciare un cestino dei rifiuti in testa all’insegnante durante l’ora di lezione, suscitando molta rabbia e allo stesso tempo preoccupazione da parte del mondo della scuola.
A distanza di qualche giorno, parla la preside dell’istituto superiore professionale Galilei di Mirandola.
“Credo che in parte l’abbia fatto per il buon nome della scuola, afferma al Corriere.it la dirigente Milena Prandini. Non reagire in quel momento è stato il suo modo di superare l’umiliazione e di proteggere, in un certo senso, l’Istituto e il ragazzo stesso, appena rientrato dopo una sospensione di 15 giorni. In quella classe la professoressa si è ritrovata più volte ad affrontare situazioni sgradevoli ma ha sempre sopportato e ha provato la via della comprensione, della tolleranza, perfino della dolcezza. Ma non è facile, sa. Con ragazzi che vengono da un disagio familiare così importante diventa tutto molto complicato”.
La preside ricorda che non si tratta del primo episodio e che già il ragazzo protagonista del gesto aveva alle spalle 15 giorni di sospensione: “Ho informato il provveditore, ho deciso sospensioni, dopo l’imbrattamento dei muri ho chiamato le famiglie e i ragazzi stessi a tinteggiare, quando è stato possibile ho voluto la presenza in aula di un secondo insegnante, ho perfino spostato le due classi più problematiche vicino alla presidenza per poterle controllare meglio. Adesso c’è anche la denuncia dai carabinieri. Più di questo francamente….”
L’INTERVENTO DELLA FEDELI
Come abbiamo scritto in precedenza, sull’argomento è arrivato anche il commento del Ministro dell’Istruzione Valeria Fedeli: “è un episodio grave di una situazione nota alla scuola e ai servizi sociali e già all’attenzione del nostro Ufficio Scolastico Regionale, per la quale sono stati da tempo attivati interventi diversificati”, dice Fedeli. Che però puntualizza: “Come si comporta un insegnante dinanzi ad un alunno aggressivo e violento che si scatena in classe? Non certo facendo finta di nulla, ma segnalando il caso alle autorità competenti e, nel contempo, cercando sempre di agire come educatore”.
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