L’11 novembre del 2014, il prof di un istituto professionale di Assisi avrebbe redarguito un alunno, dicendogli, di fronte all’intera classe, con allusione alla sua presunta omosessualità: “L’omosessualità è una brutta malattia. Ne sai qualcosa tu”.
Lo studente, allora quattordicenne, rispose facendo analoga allusione nei confronti del professore: “Ci credo, da quando ho visto lei”. Da qui la reazione dell’insegnate che lo avrebbe pure colpito.
Immediata è partita la denuncia contro il prof, accusato di abuso di ufficio, ingiuria e lesioni personali aggravate.
Di questi giorni la sentenza della procura che fra le aggravanti ha aggiunto i “futili motivi” alla base del gesto, ma soprattutto di avere “commesso i fatti di ingiurie, di percosse e di lesioni personali con l’abuso dei poteri e in violazione dei doveri inerenti la pubblica funzione esercitata, nonché profittando di circostanze di persona tali da ostacolare la pubblica e privata difesa, in particolare dell’evidente inferiorità psichica della vittima, in ragione sia della minore età, sia del ruolo di insegnante”.
Ora con la prima condanna, ci potrebbe essere un’ulteriore batosta sul fronte disciplinare per il docente, che è stato anche condannato al pagamento di 1.500 euro, più tutte le spese processuali.
Il prof ha comunque sempre spiegato, difendendosi, di essere stato frainteso.
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