Il caso scoppia 2 anni fa, quando l’USR Toscana denuncia la docente alla corte dei conti. L’amministrazione scolastica appura che la docente, nei periodi di assenza per malattia, per quasi quattro anni ha organizzato eventi vari in giro per l’Italia per una sua seconda attività artistica.
L’insegnante, in servizio nell’istituto comprensivo “Convenevole da Prato” di Prato, è stata condannata nei giorni scorsi dalla corte dei conti ad un maxi risarcimento di 97 mila euro per gli stipendi indebitamente percepiti e per il danno d’immagine che ha arrecato all’amministrazione scolastica. Come scrive repubblica.it, la docente si era difesa portando una serie di certificati in cui si attestava uno stato di forte ipertensione, ricostruzione poi respinta dalla corte: “non costituisce causa di giustificazione né di attenuazione della responsabilità – scrivono i giudici – né le invocate certificazioni mediche possono giustificare una condotta assenteista ripetitiva e protratta per l’arco temporale contestato (settembre 2009 – aprile 2013) in riferimento al quadro patologico dichiarato”.
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Nella sentenza di condanna si legge: “la condotta della convenuta è stata connotata da una manifesta violazione degli obblighi discendenti dal rapporto di servizio con l’Amministrazione scolastica, in quanto ha utilizzato le certificazioni mediche al fine di assentarsi in modo sistematico e continuativo dall’attività di insegnamento ed utilizzando le energie psico – fisiche per lo svolgimento di autonoma attività privata”. Proprio alla luce della gravità dei fatti, oltre al danno erariale i giudici hanno fatto scattare anche la condanna per il danno di immagine.
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