In realtà, da un sondaggio di Skuola.net, emerge che sebbene ci sia fra gli studenti un 40% che ha fra le sue amicizie virtuali sia insegnanti che genitori, c’è poi solo un 8% ha fra gli amici di Facebook i suoi professori e, fra l’altro, non sembrano avere con loro alcun tipo di rapporto.
Sembrerebbe infatti che sul social network regni l’indifferenza più totale tra professori e studenti: “Fra gli amici ho solo due ex prof. delle medie e non ci chatto mai”. Sono pochi i ragazzi che con i loro insegnanti hanno dei rapporti virtuali e, quando li hanno, si fermano alla scuola, come confessa un’altra utente: “La mia prof. di italiano scrive i compiti sul gruppo della nostra classe”.
Non sono pochi quei ragazzi che non vogliono i loro insegnanti fra gli amici di Facebook: “Perchè dovrei averli come amici? Per fare numero nella lista degli amici come fanno quasi tutti? Non mi va che leggano i fatti miei”, racconta una studentessa, ma non è la sola. Anche altri ragazzi affermano: “Non li aggiungo perchè se leggessero le cose che pubblico mi boccerebbero a prescindere”.
Insomma, sembrerebbe che gli studenti vogliano far terminare il loro rapporto con gli insegnanti al suono della campanella. Infatti, anche se si potrebbe utilizzare il social network in maniera costruttiva chiedendo spiegazioni della lezione o i compiti fuori l’orario scolastico, i ragazzi preferiscono aspettare il giorno successivo per parlare con il loro insegnante, magari utilizzando Facebook solo in maniera ludica.
Per lo psicologo invece l’amicizia su Facebook “qualche volta può essere utile, ma con molta cautela. Se il contatto virtuale punta ad approfondire argomenti di cui si è parlato a scuola, allora va bene. Ma se il social network diventa un canale per un dialogo su questioni più personali e intime, potrebbe essere troppo invadente”. A invitare alla prudenza è l’esperto dell’età evolutiva: “Molto dipende da come viene impostato questo rapporto. Se ci si limita a un approfondimento di temi scolastici, va bene. Discorso differente se l’insegnante in questo modo vuole mettersi sullo stesso piano dei suoi alunni. Questo non va affatto bene, i ragazzi non lo vogliono affatto. A loro serve l’autorevolezza di un adulto, una figura di riferimento e non un altro amico”. Insomma, tutto considerato molto dipende dalla personalità degli uni e degli altri. Lo psicologo in definiti concede un via libera con cautela e senza esagerare al nuovo trend.
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