L’operazione varata dalla giunta comunale lo scorso dicembre ha già aperto un dibattito se sia una cosa giusta che le scuole pubbliche debbano rafforzare il loro corpo docenti con volontari gratuiti.
La notizia, solo accennata, non dice però quale funzione potranno avere questi prof nelle scuole, se cioè di sostegno per esempio alla didattica o di tutoraggio, nel corso di sperimentazioni e di corsi pomeridiani, o di semplice supplenza vera e propria durante le assenze degli insegnanti.
Sappiamo in vero che molti sono i professori che ritrovandosi dall’oggi al domani con le mani in mano (e la rima c’entra) cadono in depressione, mentre sono altrettanti i pensionati che possono e vorrebbero ancora dare contributi notevoli non solo alle scuole, ma anche alle università come esperti, sul campo, di didattica e di scienza dell’educazione. Non sfruttarli appare uno spreco, sia per la loro acclarata esperienza e sia perché alla fine risulterebbe personale a cosato zero, cosa che non guasta.
Diverso il discorso, ci permettiamo dire, se costoro fossero “usati” per tappare i buchi durante le assenze dei prof curriculari, evitando così di chiamare i supplenti dalle graduatorie di istituto. Togliere lavoro non ci pare corretto e opportuno, ma dare una mano nelle scuole in altri ambiti non coperti da personale a pagamento, sarebbe in effetti un esperimento possibile.
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