Un’insegnante di Sondrio nei giorni scorsi ha denunciato alcune ragazze, le quali tramite un gruppo Whatsapp degli studenti della classe dove insegna, l’hanno pesantemente insultata. Ma non solo, sembra che similare atteggiamento sia proseguito pure in classe oltre che via internet.
La professoressa è stata informata da un’amica che ha visionato la chat dove figuravano commenti ai post che la prof metteva online.
Tuttavia, raccontano le agenzie, la docente dice di essere pronta a ritirare la denuncia per cyberbullismo se le arriveranno delle scuse scritte da parte delle studentesse, non ancora maggiorenni, della scuola superiore in cui lavora con un contratto annuale: “Sono disposta a perdonare e a ritirare la denuncia – ha spiegato -. Ma a due precise condizioni: che le responsabili dell’accaduto mi chiedano scusa per iscritto e riconoscano di avere sbagliato con quel loro gesto. Poi, ovviamente, mi auguro di avere la possibilità di potere continuare a insegnare nelle classi che mi sono state affidate in questo anno scolastico”.
Sembra pure che la docente, prima di arrivare alla denuncia ai carabinieri, si sarebbe rivolta alla dirigenza della scuola, che come soluzione l’avrebbe invitata a lasciare la classe che l’ha presa di mira.
Il preside inoltre si sarebbe impegnato a svolgere i dovuti accertamenti per mantenere la regolarità delle lezioni e tutelare sia l’insegnante che le studentesse.
L’insegnante, se per un verso sarebbe pronta a rivolgersi ai sindacati per tutelare il suo posto di lavoro, dall’altro non vuole rinunciare all’insegnamento, né tantomeno alla classe delle ragazzine che ha denunciato.
Anche il dirigente dell’ufficio scolastico provinciale di Sondrio sarebbe stato chiamato in causa dal preside.
“Tengo a precisare che, a oggi – scrive La Stampa riportando le parole del dirigente regionale -, non vi è stata alcuna modifica del contratto in essere della docente. Circa la questione che riguarderebbe le studentesse, credo debba essere affrontata all’interno di un contesto istituzionale quale può essere quello del Consiglio di classe della scuola”.
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