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Prof licenziati dal preside, ‘Report’ conferma le nostre previsioni

Sui licenziamenti, lo avevamo scritto già nel 2014 quali erano le intenzioni politiche del ministro dell’istruzione Stefania Giannini.

Precisamente, in un articolo del 28 febbraio 2014 avevamo spiegato che si sarebbe concretizzata la chiamata diretta dei docenti, tanto cara proorio al ministro Giannini, ma anche il licenziamento dei docenti ritenuti incompetenti dal dirigente scolastico.

Con il senno di poi, anche se ci sarebbe tanto piaciuto sbagliare, possiamo dire che avevamo visto giusto. Poi, sul licenziamento degli insegnanti abbiamo scritto anche un altro articolo nel gennaio 2015, in cui spiegavamo che con le nuove norme sul lavoro tutti i dipendenti pubblici, e quindi anche gli insegnanti, sono licenziabili da parte del loro dirigente.

In buona sostanza scrivevamo, con assoluta chiarezza e senza dubbi interpretativi, che il Jobs act è applicabile anche nelle scuole e che quindi si stava dando ai dirigenti scolastici l’arma micidiale del licenziamento. Oltre a quella della chiamata diretta. Per cui, attraverso quella norma, licenziare un docente neoassunto, ma anche di ruolo da tanto tempo, sarebbe stato in futuro molto più semplice di quanto non sia stato in passato.

É utile ricordare che il 24 dicembre di un anno fa in Parlamento era stato soppresso il comma3 dell’art.1 del Jobs Act, che escludeva il pubblico impiego dalle norme di licenziamento per i dipendenti assunti a tempo indeterminato successivamente all’entrata in vigore della stessa riforma del lavoro.

In ogni caso, ora tutti i docenti entrati in ruolo nelle fasi 0, A, B e C, sono di fatto licenziabili dal datore di lavoro ai sensi del Jobs Act così come accade per le aziende private.

 

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E adesso arriva una sentenza della Cassazione che si è pronunciata sul licenziamento di un lavoratore statale siciliano, spiegando che l’abolizione dell’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori e le norme introdotte con il Jobs act che rendono più facili i licenziamenti, valgono anche per gli statali: in buona sostanza queste nuove norme che regolano i licenziamenti valgono quindi per i lavoratori statali assunti dopo il marzo del 2015, ma anche per tutti gli insegnanti assunti con la riforma della buona scuola.

Anche ‘Report’ la trasmissione di Rai Tre, condotta da Milena Gabanelli, ha messo in evidenza quanto scritto dalla Tecnica della Scuola un anno fa, andando a chiedere spiegazioni al ministro della Pubblica Amministrazione Marianna Madia: la giornalista ha chiesto al ministro, Marianna Madia, se sia vero che le norme sul licenziamento più facile , previste nel Jobs Act, valgono anche per i dipendenti pubblici: è rimasta una domanda senza risposta, perché il ministro del Governo Renzi non ha voluto rispondere.

Poiché chi tace acconsente, ciò vuol dire che per gli 87mila neoassunti nella scuola non esiste più l’art. 18 previsto dalla Legge 300/70. Perchè sarà molto più semplice licenziarli. Oggi con la sentenza della Cassazione scopriamo che è assolutamente vero. Dicevamo anche che con il prossimo testo unico si eliminerà l’art. 28 del contratto della scuola con cui si regola l’orario settimanale di servizio dei docenti. Speriamo di non avere ragione un’altra volta.

 

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Lucio Ficara

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