Home Alunni Prof muore a 39 anni, alunni e colleghi gli dedicano un’aula con...

Prof muore a 39 anni, alunni e colleghi gli dedicano un’aula con la sua frase simbolo disegnata sul muro: “Come va la vita?”

CONDIVIDI

Una tragedia ha investito un celebre liceo di Milano: un docente molto amato, di soli 39 anni, è morto da poco. Era arrivato a Milano dalla Sicilia per insegnare, su Instagram era per tutti “il prof bibliofilo” e gli studenti gli hanno dedicato un’aula lettura.

Divieto dei social ai minori, anche l’Italia dovrebbe avere misure più stringenti? PARTECIPA AL SONDAGGIO

La sua frase simbolo che campeggia nell’aula

Come riporta Il Corriere della Sera, i ragazzi hanno disegnato sul muro di quest’aula un grandeCome va la vita?, frase che il professore di lettere in questione era solito pronunciare ai ragazzi, tanto da diventare la sua frase simbolo. L’uomo è scomparso a causa di una malattia la scorsa estate.

L’aula, inaugurata sabato 30 novembre, si chiama “Locus Amoenus” (Luogo felice) ed è piena di foto del docente, col sorriso, insieme ai suoi alunni. È riservata agli studenti, per studiare, leggere o semplicemente rilassarsi. È stata realizzata dalla scuola con fondi propri (derivanti dalla vittoria a un concorso dell’Anpi), ma soprattutto con il contributo anche economico degli studenti del professore e di tanti suoi colleghi.

“Ci ricorderemo sempre di tutto ciò che ha fatto per noi ogni volta che metteremo piede nel ‘locus amoenus’”, scrivono i ragazzi, come riporta La Repubblica, che definiscono lo spazio “un’aula su misura per noi, nata per studiare in compagnia, con una zona dedicata al book crossing, ma specialmente per riposare dopo lunghe giornate di scuola. Speriamo – concludono – che questo piccolo ma importante gesto tenga vivo il ricordo del professore anche in coloro che non hanno avuto l’onore di conoscerlo, e che possa essere una minima restituzione di tutto ciò che è stato per noi”.

Sabato, all’inaugurazione, alla presenza della famiglia, i ragazzi lo hanno ricordato con tante testimonianze. “E’ stato un momento commovente, a tratti doloroso, ma prezioso”, racconta la dirigente scolastica.

Ed eccoli i racconti dei ragazzi, riportati in alcune lettere indirizzate proprio a lui: “Sembra ieri che ci ha accompagnato a Pavia. Sembra ieri che era con noi a vedere i sorteggi di Champions. Sembra ieri che applaudiva Antonio per aver finalmente imparato la coniugazione del verbo οἶδα (‘sapere’ in greco). Sembra ieri che eravamo a Napoli a ridere, scherzare e giocare a carte. Sa, ci manca. Ci manca trovarla in classe con il suo planning aperto e il suo ‘come va la vita?’. Ci sono giorni, quelli più pesanti, quelli in cui sembra che la porta della classe sia come una porta verso un vuoto… in cui la cerchiamo nei corridoi, in cui ci sembra di vederla, in cui sentiamo il suo sguardo, perché, come tutti i giorni, lei è lì con noi. Nelle nostre anime e nei nostri cuori”.

“Chiamavamo il suo planning la nostra ‘legge divina’. Preferiva farsi in quattro per noi e impazzire nell’incastrare tutto piuttosto che metterci in difficoltà con la programmazione di verifiche e compiti. Cercava di capire il nostro punto di vista e, se pensava avessimo ragione, ci difendeva e ci incoraggiava a farci sentire. Se qualcuno di noi faceva una battuta, rideva e ci rispondeva con un’altra battuta, senza mai offendersi…. Se ci vedeva stanchi, invece di spiegare ci raccontava aneddoti divertenti sulla sua vita, come le sue storie d’amore o la felicità per l’arrivo di un nipotino… Ha provato ad aggiustare la bici di uno di noi quando si era rotta, e no, non ci è effettivamente riuscito, ma ci ha provato in tutti i modi… Ha cercato di proteggerci nei momenti più bui e ci ha dato speranza. Anche nel momento in cui non ha più potuto esserci fisicamente, ha sempre vegliato su di noi sulla nostra situazione, scolastica e personale, dimostrandoci il nostro peso nel suo cuore”.

Anche i colleghi lo ricordano con affetto

Cosa cercano i ragazzi in un insegnante? Lo spiega un’altra lettera: “Noi ragazzi cerchiamo sempre figure che possano essere per noi punti di riferimento. Luci lungo la nostra strada. Conforto. Stimolo. Che ci trasmettano passione. Che ci aiutino a superare le difficoltà. Che ci facciano crescere. Figure che ricorderemo sempre come coloro a cui dobbiamo in parte chi siamo. Quei professori che sono stati maestri di vita. Ci sono professori che ti prendono per mano, ti aprono la mente e ti toccano il cuore e lei è uno di questi. Lei era IL Professore…. Serio e duro quando era necessario. Pronto ad abbracciarci, a regalarci un sorriso a incoraggiarci con una pacca sulla spalla sempre con lo sguardo colmo di amore per noi”. 

“Era un docente con cui era molto bello lavorare. Fino alla fine, anche dall’ospedale, il suo unico pensiero era la scuola. Faceva i piani per quando sarebbe tornato, s’immaginava già come impostare la preparazione alla maturità – racconta un suo collega – Cosa resterà di lui? Un grande esempio di umanità. Sono persone come lui che fanno grande la scuola pubblica italiana. La sua attenzione ai ragazzi più fragili era esemplare. Quante telefonate e incontri coi genitori di questi alunni faceva, ben oltre l’orario di lavoro. In classe era rigoroso e amichevole e questo equilibrio non è facile da raggiungere per un insegnante”.

LEGGI ANCHE: Maturità 2024: prof muore la sera prima, la collega fa trovare una sorpresa sul banco agli alunni. Marenco: “La scuola è questo”