Sta facendo molto discutere il caso di Pietro Marinelli, il professore, insegnante di diritto dell’Itis Curie-Sraffa di Milano, che ha urlato frasi di stampo negazionista davanti ad alcune classi a proposito della Shoah nel corso dello spettacolo di “Equivochi Compagnia Teatrale” sul ministro della Propaganda del Terzo Reich allo Spazio Teatro 89 lo scorso 26 gennaio.
“Questa è la vostra verità, voi non dite la verità, dite solo quello che vi fa comodo, voi state gonfiando completamente i numeri”, queste alcune delle parole pronunciate dal docente. Quest’ultimo è stato addirittura scortato fuori dalla sala. La vicenda, c’era da aspettarselo, è finita sul tavolo dell’Ufficio Scolastico territoriale.
“Non passerà sotto silenzio”, ha dichiarato Yuri Coppi, dirigente dell’Ufficio scolastico territoriale di Milano, che, come riporta La Repubblica, garantisce “la dovuta attenzione e la necessaria severità” al caso. “Ho già sentito la dirigente scolastica dell’istituto e le ho chiesto di farmi avere in tempi brevi una relazione scritta non solo su quanto accaduto a teatro, ma su tutto l’operato del docente in questione – spiega Coppi – A quanto ho appreso finora, il professor Marinelli sembra non essere nuovo a uscite di questo genere e anzi far parte di una genia di persone particolarmente diffusa negli ultimi anni”.
I profili social dell’insegnante di diritto espongono pubblicamente le sue posizioni, tra post che avallano teorie complottiste e altri contro le adozioni gay, l’Islam e l’aborto, senza dimenticare i tanti contenuti No Vax e filoputiniani. Già nel 2017 Marinelli, all’epoca docente all’istituto tecnico “Falcone-Righi” di Corsico (nell’hinterland milanese), era stato sospeso per una settimana, con relativa decurtazione dello stipendio, per aver criticato l’Islam in aula dopo che una studentessa non si era alzata in piedi al suo ingresso, spiegando di essere in periodo di Ramadan.
“Solo una volta che avrò ricevuto la relazione della preside dell’IIS Curie Sraffa potrò valutare il da farsi – continua Coppi – Ovviamente seguiremo la regolare procedura e al docente verrà riconosciuto il diritto alla difesa. Poi si potrà decidere quali provvedimenti adottare e parlare di un’eventuale sospensione”.
“Non sono un negazionista – replica l’insegnante, come riporta Il Corriere della Sera – non vedo come si possa negare che ci siano state le deportazioni, ma se la Shoah è un fatto storico, deve essere analizzato con il metodo dei dati, non in maniera ideologica. Sono stanco di sentire narrare le stesse cose nello stesso modo, senza un minimo di criticità storica. Io ho fatto fare ai ragazzi un approfondimento su Hannah Arendt e il suo testo ‘La banalità del male’ dedicato al processo a Eichmann. Bisogna dare a un fatto la giusta proporzione storica. E parlare anche di altri genocidi, come quello attuato in Cambogia da Pol Pot, da Mao in Cina, da Leopoldo II in Congo, di Milošević in Bosnia. Di questi a scuola non si parla mai”, ha detto.
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