Quasi due giorni di viaggio e 350 euro di spese per firmare la presa di servizio in una scuola del “continente”, dove forse non torneranno mai più.
È quanto stanno vivendo alcune decine di docenti nativi della Sardegna, assunti a diverse centinaia di chilometri, con il piano straordinario 2015/16 della Buona Scuola, in questi giorni costretti ad un lungo viaggio per apporre la loro firma sui documenti di presa di servizio nella sede assegnata lo scorso anno, ma poi mai raggiunta grazie al differimento.
Le sedi scolastiche più gettonate sono quelle del Nord, in Piemonte, Lombardia e Veneto, ma alcuni sono stati “spediti” dal cervellone del Miur anche al Sud, persino in Sicilia.
Finora, non si erano mossi dalla scuola dove, tra fine agosto ed inizio autunno dell’anno scorso, avevano stipulato un contratto di supplenza annuale (fino al 30 giugno 2016).
Poi, a fine 2015, dopo aver aderito alla mobilità straordinaria, si sono visti assegnare la sede di servizio via e-mail. Ma hanno comunicato di voler concludere l’anno scolastico dove erano.
Adesso, però, con la scadenza del contratto a termine, sono chiamati a raggiungere la scuola indicata dal Miur
La regola, certamente, vale per diverse migliaia di neo-assunti. “Ma in Sardegna pesa di più perché ogni trasferta costa tempo e denaro”, scrive l’Ansa.
E così va in scena l’ultima protesta del Comitato delle Valigie del 10 agosto, il gruppo di insegnanti che l’anno scorso è sceso in piazza contro i trasferimenti lontano da casa.
“Obbligatoriamente – denuncia Bianca Locci del Comitato – bisogna recarsi il primo luglio di persona nella sede provvisoria assegnata dal tristemente famoso algoritmo che l’estate scorsa ė stato l’incubo di migliaia di docenti in tutta Italia. Oggi nell’area della tecnologia digitale, delle Pec, della firma digitale etc. si costringono migliaia di persone a sostenere spese extra per apporre una firma sul contratto di assunzione in ruolo in una sede provvisoria, poiché con la mobilità si dovrà ancora una volta sperare nella buona sorte dell’algoritmo del cervellone elettronico del Miur”.
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Secondo la docente, “la Sardegna è ancora un’isola e poiché il famoso artista bulgaro Christo non ha nessuna intenzione di collegarla con il continente: i disagi, specie in questo periodo estivo sono molteplici per trovare i voli, i collegamenti, le coincidenze, un alloggio etc. Insomma, tra volo, treno, bus, hotel e vitto ogni docente sardo dovrà buttare in mare in media circa 350 euro. Tutto ciò per una firma su un contratto che darà uno stipendio di circa 1.250 euro”.
A dire il vero, qualora la mobilità non dovesse loro sorridere, lo stesso destino riguarderà a fine agosto altri docenti: si tratta di tutti coloro che hanno rinviato la presa di servizio, chiedendo di concludere la supplenza annuale con scadenza 31 agosto 2016.
Per tutti questi prof, comunque, anche chi tra qualche giorno sarà costretto alla due giorni di viaggio solo per apporre qualche firma, c’è anche una speranzella: quella di vedersi assegnare un ambito territoriale della loro isola, attraverso la partecipazione ai trasferimenti dei neo-assunti. In ultima battuta, potranno partecipare anche alle assegnazioni provvisorie, qualora in possesso di uno dei requisiti previsti dall’ipotesi di accordo di contratto sottoscritto la settimana scorsa ed in via di approvazione definitiva.
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