Gloria Ghetti, 49 anni, la prof di storia e filosofia al liceo Torricelli-Ballardini di Faenza, del comitato “Priorità alla scuola”, che insieme tanti colleghi di tutta Italia è contraria alla didattica a distanza nelle superiori, e che ha occupato pacificamente la sua scuola, in una intervista all’Agi, spiega la sua posizione: “La nostra battaglia va avanti. Non distruggerete una generazione, ‘non nel mio nome’. Io avrò fatto di tutto fino all’ultimo giorno per impedirvelo”.
E dice ancora: “La scuola senza studenti è uno spazio morto. È un luogo deserto e nel deserto non c’è vita. Il mio libro preferito è Don Chisciotte. Lo so, è un personaggio considerato folle ma è tutto da dimostrare che lo sia. Ionon smetterò di provarci in tutte le forme che mi verranno in mente. Magari troverò una protesta ancora più significativa rispetto all’occupazione. Sono un’insonne e durante la notte mi vengono delle idee”.
Come quelle di fare lezione in presenza all’aperto, sotto il voltone (quando piove) o nei cortili del suo liceo, dopo avere allestito un vero e proprio ‘calendario’ che alterna classi e materie: dall’italiano, all’inglese, da scienze a storia. Per gli ‘assenti’ rimasti a casa, le lezioni si tengono ovviamente anche in modalità dad.
“Questo tipo di insegnamento l’ho sperimentato per prima insieme ad una collega di Firenze il 17 novembre scorso. Nel mio liceo, all’inizio, ero sola: adesso siamo in 16 insegnanti. Ci sono dei momenti in cui è necessario dire no. Queste lezioni, anche perché tenute in contrasto con quello che ci viene chiesto, possono rappresentare un nuovo modo di concepire la didattica anche per aiutare gli studenti a cercare di capire che cosa stiamo vivendo”.
Nessun pentimento per l’occupazione di qualche giorno fa. Anzi. “Sono molto orgogliosa di quello che ho fatto perché la mia non è stata un’azione individuale. Nel mio gesto c’erano tutti i colleghi, i genitori e gli studenti che stanno chiedendo di tornare a scuola, in continuità e in sicurezza”.
“Io con la Regione Emilia Romagna sono molto arrabbiata perché come comitato ‘Priorità alla scuola’ è da ottobre che mi sento dire ‘siamo pronti’. Ma siamo ancora a casa. Questo è inaccettabile. Una volta è colpa del governo, adesso il ministro Azzolina dice che è colpa delle Regioni. Questo giochino dello scaricabarile è una menzogna”.
E la prof spiega ancora: “Vogliamo degli screening capillari su tutto il personale scolastico come hanno fatto in Toscana e vogliamo che almeno i docenti fragili siano inseriti nella fascia uno per la somministrazione del vaccino”.
“Un ragazzo mi ha detto: ‘forse questa battaglia la perderemo ma ci sta insegnando che bisogna combattere per i propri diritti’. Un suddito tiene la testa china e si lascia cadere addosso tutto quanto. Un cittadino invece rivendica i diritti garantiti dalla Costituzione. Non sto chiedendo l’impossibile”.
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