Si discute ancora del caso relativo al docente di storia e filosofia di un liceo di Roma che avrebbe chiesto ai propri alunni di svolgere un tema prendendo come spunto le posizioni di uno studente di origini israeliane, diffondendone le generalità a studenti, docenti e genitori.
Come riporta Il Corriere della Sera, alcuni studenti della scuola, 21, appartenenti alla comunità ebraica, hanno scritto alla dirigente scolastica per chiedere la rimozione del docente. I ragazzi sottolineano che la citazione nel registro, consultabile da genitori e insegnanti, “non soltanto ha leso la privacy di un minore, ma lo ha anche posto in una posizione vulnerabile che riteniamo inaccettabile”.
Ma c’è dell’altro. In base alle testimonianze raccolte dal quotidiano online Open, anche un’ex alunna del liceo sarebbe stata presa di mira dal professore che all’esame di maturità le avrebbe chiesto di esprimere la sua opinione riguardo alla storia di alcuni soldati israeliani che avevano occupato la casa di una famiglia palestinese.
Secondo quanto raccontato dalla ragazza, il docente di Storia e filosofia avrebbe anche l’abitudine di inviare agli studenti messaggi su Whatsapp, dai quali trasparirebbe l’orientamento anti-israeliano in merito alla questione palestinese. La preside, da quanto si apprende, avrebbe redatto una relazione dettagliata e l’Ufficio scolastico regionale, nei prossimi giorni, potrebbe prendere provvedimenti.
“Per lui il conflitto israelo-palestinese è sempre stato un tema caldo, che entrava a pieno regime nel programma scolastico tramite documentari, film, libri e articoli sul tema che ci assegnava come compiti per casa o argomenti di interrogazione”, ha raccontato la ragazza, che preferisce mantenere l’anonimato. “Le sue lezioni, pur avendo un taglio politico ben preciso, me le sono sempre fatta andare bene. Fino a quando, però, ha iniziato ad avere atteggiamenti sempre più provocatori nei miei confronti. Sono stata zitta per molto tempo perché ero intimorita dal suo ruolo di docente, ma un giorno di fronte a frasi come ‘Voi ebrei volete solo fare le vittime’, mi sono sentita di dirgli ‘Lei non è antisionista, lei è proprio contro gli ebrei'”.
Anche il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara ha fatto riferimento alla vicenda: “Di questo caso specifico non posso parlare, dato che sono in corso gli accertamenti. Posso dire che la direzione scolastica regionale del ministero si è subito attivata ed è stata svolta un’indagine interna alla scuola i cui contenuti sono ovviamente riservati. Le autorità competenti stanno valutando quali iniziative assumere”, ha detto oggi a Il Corriere della Sera.
La famiglia del ragazzo ha deciso di segnalare la vicenda dopo che l’insegnante continuava a sollecitare il dibattito sul conflitto tra Israele e Palestina sempre con lo stesso taglio in più occasioni, chiarendo quale fosse il suo punto di vista. I genitori del minorenne, che avevano già notato le considerazioni tutte dello stesso tenore condivise con gli alunni, hanno deciso di intervenire quando hanno saputo che il figlio era stato indicato con nome, cognome e doppia cittadinanza e chiamato a sostenere le ragioni di Israele in un contesto nel quale sembrava prevalere la tesi opposta.
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