Un insegnante si dimette, ma per errore continua a percepire lo stipendio per ben sei anni e mezzo. Fino a che il Mef se ne accorge e lo denuncia. Ma l’aspetto più clamoroso della vicenda è che l’ex docente cade dalle nuvole: non mi ero reso conto delle somme che arrivavano sul mio conto corrente.
A rendere la vicenda ancora più curiosa è il fatto che l’insegnante sia un sacerdote: è stato rinviato a giudizio per truffa dal tribunale di Palermo.
Il processo comincerà il 7 febbraio prossimo davanti a giudice monocratico della quinta sezione.
Per il pm Enrico Bologna, il prete avrebbe mantenuto un “malizioso silenzio” approfittando dell’errore dei funzionari della Ragioneria dello Stato che hanno continuato a corrispondergli la retribuzione.
L’agenzia Ansa rivela anche il nome del prete (S.P.) e i particolari dell’accusa: avrebbe ricevuto per circa sei anni e mezzo – dal febbraio 2008 a novembre 2014 – lo stipendio da insegnante di religione, dopo che si era dimesso dalla scuola. In sei anni gli sarebbero stati accreditati sul conto corrente 168mila euro.
Il sacerdote – che sostiene di non essersi accorto dell’accredito dello stipendio fino all’inizio delle indagini – solo nel 2015 ha riconosciuto di avere ricevuto somme non dovute e ha rateizzato il debito con lo Stato. Una “leggerezza” che lo ha portato alla sbarra.
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