Il Ministero dell’Istruzione e del Merito è stato condannato al risarcimento di 27mila euro nei confronti di un docente, supplente per otto anni, ex docente di religione e oggi dirigente scolastico. Il motivo? “Eccesso di precariato”.
“Quando un docente è stabile in un istituto non è giustificabile”
Come riporta Il Corriere della Sera, il 41enne riminese oggi dirige una scuola paritaria. A lui è stato riconosciuto “il diritto ad ottenere il risarcimento del danno conseguente all’abuso nell’utilizzo di una successione di contratti o rapporti di lavoro a tempo determinato”.
Ecco il suo racconto: “Per otto anni a settembre ho firmato un contratto della durata di 12 mesi. Sapevo che il 31 agosto successivo sarebbe scaduto ma non avevo la certezza del rinnovo, come tanti precari. Ero un docente di religione cattolica con un contratto pieno di 18 ore settimanali. Aggiungo che dal 2004 non esistono concorsi pubblici per questo ruolo. Oggi posso dire di essere stato molto fortunato. Ho sempre goduto di buona salute e non ho avuto particolari problemi. Una vera fortuna considerata la mia precedente precarietà lavorativa, dato che non avevo alcuna tutela. Se qualcosa fosse andato storto sarei potuto diventare un disoccupato da un giorno all’altro”.
“Sono stato un docente di religione precario per 17 anni. Avevo iniziato nel 2006. Solo che per i primi nove anni ho sempre cambiato scuola. Avendo sempre cambiato scuola il contratto annuale era ammissibile secondo le normative. Negli ultimi 8 anni, però, ho sempre lavorato per lo stesso istituto. Il ricorso è riferito a questi ultimi otto anni di reiterazione di contratto annuale: quando un docente è stabile in un istituto non è giustificabile il contratto di dodici mesi. Nel 2014 avevo iniziato a insegnare lì. All’epoca con una normativa dell’allora ministro Profumo erano necessari dei titoli: avevo due lauree triennali, conseguii quella specialistica”, ha spiegato.
“Riscatto non tanto economico ma morale”
“Mantenere alta la passione per il mestiere e suscitare l’interesse degli studenti malgrado tutto è stato a volte complicato ma penso di esserci riuscito. Sembrava difficile si potesse reagire, anche in maniera collettiva a queste dinamiche. Tuttavia ho sempre cercato di mantenere la professionalità, per me questa vittoria ha dimostrato che l’aver avuto pazienza e mantenuto dedizione verso questo lavoro sono stati fattori determinanti per questo lieto fine”, ha aggiunto con soddisfazione.
Il docente ha incoraggiato altri colleghi a fare lo stesso: “Il giudice ha disposto che il ministero mi risarcisca per 12 mensilità, per un totale, per così dire, di circa 27mila euro. Però dico subito che per me questo riscatto non è tanto economico ma morale. Si tratta di una sentenza storica pronunciata per ‘eccesso di precariato’ e in Italia credo sia una delle poche mai viste. Credo che altri docenti precari saranno incoraggiati a intraprendere questo percorso legale”.