Ha toccato tutti, comprese le istituzioni, la follia di un bidello di 69 anni, Salvatore Lo Presti, che il 15 giugno ha portato all’uccisione dell’insegnante di religione Giovanna Nobile, nell’istituto comprensivo ‘Francesco Pappalardo’ di Vittoria, nel ragusano. Tra i primi commenti è giunto quello di Piero Gurrieri, assessore all’Istruzione del comune siciliano, che si è detto “vicino”, come tutta “l’amministrazione comunale ai familiari dell’insegnante di cui tutti mi hanno lodato le doti umane e professionali per questa grande tragedia che colpisce l’intera comunità di Vittoria”.
Il ministro dell’Istruzione, Maria Grazia Carrozza, ha chiamato la dirigenza della scuola siciliana dove si è consumato il delitto. “Nella telefonata – ha spiegato la dirigente vicaria Giovannella Mallia parlando della conversazione – il ministro mi ha partecipato la vicinanza del Governo al nostro istituto, al corpo docente e non docente per la tragedia che abbiamo vissuto stamattina. Parole semplici ma sicuramente di conforto in questo difficile momento. Poi mi ha annunciato che lunedì tramite l’Ispettorato regionale scolastico ci metterà a disposizione una squadra di psicologi per cercare di favorire l’elaborazione psicologica di questa esperienza traumatica nei confronti degli operatori scolastici ancora sotto choc per la tragedia”.
Tre le testimonianze c’è anche quella del dirigente scolastico dell’istituto dove era in servizio la docente di religione uccisa. “Voglio un’ autoambulanza e trovare la serenità che ho perduto…”, ha esordito Sebastiano Lima, per l’uccisione dell’insegnante Giovanna Nobile. “Stavo facendo esami in una scuola di Acate – ricostruisce il dirigente – quando mi hanno telefonato. Stentavo a crederci perché il bidello era solito sproloquiare ma non aveva dato in precedenza motivi di preoccupazione. Non so cosa sia scattato nella sua mente. Il primo caldo, la rabbia per dovere andare in pensione anticipatamente perché poteva ancora rimanere ancora in servizio”. “Ecco per questo motivo aveva un chiodo fisso, ma da qui a sparare ce ne vuole… Questa tragedia – ha concluso il ds – mi sconvolge, non ce la faccio proprio a sostenere il peso di questo dramma”.
Rimane ignoto, al momento, il motivo del gesto folle prodotto dal bidello. Era noto come ‘il poeta’, per la sua passione di scrivere testi, ma sembrava anche “uno che ce l’aveva col mondo intero”, dice un suo collega, Biagio Cirica. “Ce l’aveva col mondo intero – continua il collega – ma non andava al di là dello sproloquio. In fondo era uno tranquillo, mai e poi mai avrei pensato che gli scattasse questo raptus. Scriveva anche poesie, non a caso lo chiamavano tra i colleghi ‘il poeta'”. “Anche stamattina stava facendo i soliti discorsi – ricostruisce il bidello – quando è arrivata la professoressa Nobile, l’ha seguita per le scale e appena dentro la segreteria ha cominciato a sparare. Ma non mi sono preoccupato perché conoscendolo ho pensato che avesse sparato a salve, invece, aveva fatto terribilmente sul serio. E’ stato un mio collega Salvatore Gallo a bloccarlo e a disarmarlo prima che arrivasse la polizia”. “Lo conosco da quasi 30 anni – sottolinea Cirica – perché abbiamo preso servizio a scuola nel 1985 e che potesse avere questo scatto non ci avrei mai creduto. Che nascondesse odio verso la professoressa o avesse un debole per lei come si fa a dirlo? E’ tutto assurdo…”.
Piangono e non riescono a darsi pace le amiche di Giovanna Nobile, mentre presidiano la camera mortuaria dell’ospedale ‘Guzzardi’ di Vittoria. “Non è possibile che Gianna non ci sia più – dice Nicoletta Messina – perché con lei abbiamo vissuto le gioie più belle della vita. Dai banchi di scuola sino al giorno del matrimonio e alla nascita dei figli. Proprio due giorni fa aveva celebrato il suo trentaduesimo anniversario di matrimonio. Una famiglia affiatata che aveva un grande amore per i due figli Chiara e Andrea. Proprio un mese fa era diventata nonna di un bel nipote ed era felice di questa nascita”.
L’amica dice di non averla vista preoccupata negli ultimi giorni: “Era solare e dal suo atteggiamento non traspariva alcuna preoccupazione per presunti cattivi rapporti col bidello”. Patrizia Nifosì, altra amica della vittima, è addolorata: “E’ tutto assurdo, non si può morire in questo modo. Andare a scuola e trovare la morte. Ha battezzato mio figlio ed aveva sempre una parola dolce per tutti. Insegnava religione perché era una cattolica praticante e aveva un amore infinito per il prossimo”.
L’amica dice di non averla vista preoccupata negli ultimi giorni: “Era solare e dal suo atteggiamento non traspariva alcuna preoccupazione per presunti cattivi rapporti col bidello”. Patrizia Nifosì, altra amica della vittima, è addolorata: “E’ tutto assurdo, non si può morire in questo modo. Andare a scuola e trovare la morte. Ha battezzato mio figlio ed aveva sempre una parola dolce per tutti. Insegnava religione perché era una cattolica praticante e aveva un amore infinito per il prossimo”.
In serata, il bidello ha confessato alla squadra mobile della Questura di Ragusa i motivi del gesto: sono stato “colpito dalla sua indifferenza” per “sentimenti assolutamente non ricambiati” anche perché mai espressi, ha detto il 69enne Lo Presti. Giustificando il delitto per una “passione senza riscontro”. Si fa largo, quindi, la premeditazione del delitto. Per gli investigatori il caso è praticamente chiuso: si è tattato di un omicidio dettato da “una lucida follia”.