La scuola dovrebbe rappresentare un luogo di protezione e di crescita in tutte le parti del mondo. Non sempre, però, è così. Ogni tanto si scopre che chi sta dietro la cattedra attua dei metodi d’insegnamento vessatori, a volte anche violenti. Nell’ultimo anno scolastico in alcune occasioni delle situazioni di questo genere si sono verificate anche in Italia: gli insegnanti sono stati immediatamente denunciati alla procura della Repubblica e rimossi dal loro incarico. Ad “inchiodarli” non sono state però delle semplici testimonianze. La prova inconfutabile del loro riprovevole operato si deve alle nuove tecnologie: alle minuscolo videocamere, incorporate anche nei telefoni cellulari, che con un semplice clic hanno il potere di smascherarli. E se la ripresa non viene consegnata solo nelle mani dell’autorità giudiziaria, quasi sempre diventa di pubblico dominio: trova, infatti, posto tra i siti d’informazione ed cliccatissimi video di You Tube.
Così è andata nei giorni scorsi anche in Egitto, dove sui siti internet locali è apparso il video di un maestro che picchia degli alunni, tutti di età inferiore ai dieci anni, in una scuola del Paese africano, per la precisione a Kafr Shukr, nello stato di Gharbiya: il video, pubblicato anche dalla tv satellitare britannica Sky News, ritrae l’insegnante intento a dare i voti ai compiti dei piccoli studenti a suon di colpi di righello. I bambini cercano di evitarli. Ma almeno dieci di loro non riescono a divincolarsi ed urlano dal dolore.
Quel che appare ancora più incredibile è il fatto che nelle immagini El Shaar mentre colpisce i bambini ride e agli inquirenti avrebbe detto: “le aggressioni e la punizione corporale rappresentano gli strumenti migliori per la disciplina dei bambini, specie dopo la rivolta del 25 gennaio”. La polizia ha fatto sapere che l’uomo è stato arrestato e interrogato dai magistrati locali, mentre la scuola è stata chiusa su ordine del ministero della Solidarietà sociale.
Quel che appare ancora più incredibile è il fatto che nelle immagini El Shaar mentre colpisce i bambini ride e agli inquirenti avrebbe detto: “le aggressioni e la punizione corporale rappresentano gli strumenti migliori per la disciplina dei bambini, specie dopo la rivolta del 25 gennaio”. La polizia ha fatto sapere che l’uomo è stato arrestato e interrogato dai magistrati locali, mentre la scuola è stata chiusa su ordine del ministero della Solidarietà sociale.