La ricerca, curata dall’Unesco e dall’Ilo (International Labour Office), rileva la ridotta percentuale di insegnanti nel mondo in rapporto alla crescita della popolazione. Tra i fattori che hanno determinato la scarsità di insegnanti, circostanza che predispone ad una flessione degli standard qualitativi nel settore dell’istruzione, anche il contestuale declino delle condizioni di lavoro.
Negli Anni ’90 il numero dei bambini in età scolare è aumentato in progressione più che proporzionale rispetto al numero degli insegnanti. Ciò ha determinato che in alcuni Paesi in via di sviluppo vi siano classi con un centinaio di studenti per insegnante.
Nel campo dell’istruzione, rischiano livelli qualitativi più bassi rispetto al passato anche i Paesi industrializzati, dove il peggioramento delle condizioni di lavoro e salari più bassi di altre professioni spesso scoraggiano nei giovani la scelta di accedere all’insegnamento. Insomma, i governi dei Paesi industrializzati devono fronteggiare il rapido mutamento delle conoscenze e quindi delle relative competenze avendo a disposizione una classe docente non particolarmente giovane (con la prospettiva quindi di un necessario aggiornamento), mentre nei Paesi in via di sviluppo gli insegnanti tendono, percentualmente, ad essere molto giovani e pertanto senza un’esperienza già acquisita.
Inoltre, lo studio, denominato "The statistical profile of the teaching profession", evidenzia anche come le donne insegnanti, sebbene in aumento nell’ultimo decennio, siano ancora in minoranza rispetto ai colleghi uomini in Paesi dell’Africa sud sahariana e del’Asia dove la presenza di docenti donne potrebbe favorire l’accesso delle ragazze all’istruzione.