Sul caso del docente fiorentino che avrebbe pubblicato su FB un post contenente insulti (e anche una bestemmia) rivolti verso la decisione del Governo di cambiare la denominazione del Ministero, da Viale Trastevere arriva un primo segnale.
“In riferimento all’episodio di Firenze, all’offesa istituzionale e alla volgarità blasfema di cui si è reso protagonista un professore – si legge nel comunicato stampa diffuso poco fa dal Ministero – a esclusiva tutela della intera comunità scolastica e in particolare del ruolo e della dignità degli insegnanti e dell’interesse degli studenti, il Ministero dell’Istruzione e del Merito ha chiesto al Direttore generale dell’ufficio scolastico regionale per la Toscana di verificare la compatibilità dei fatti accaduti con i doveri e le responsabilità che l’ordinamento prevede per un docente”.
Il senso è chiaro: l’Ufficio regionale dovrà dare avvio al più presto agli accertamenti del caso e, se si dovesse accertate incompatibilità con i doveri e le responsabilità della funzione docente, diventerebbe inevitabile procedere sul piano disciplinare.
Il caso, però, sta assumendo rilevanza politica perché il docente in questione riveste anche l’incarico di capogruppo di Sinistra Progetto Comune al Quartiere 4 di Firenze.
Tutti i responsabili regionali e cittadini di Fratelli d’Italia hanno immediatamente stigmatizzato il comportamento del professore che però, come riporta il sito Nove da Firenze, viene difeso da Sinistra Progetto Comune attraverso i consiglieri comunali Dmitrij Palagi e Antonella Bundu: “Fratelli d’Italia a livello regionale non trova di meglio da fare che passare il proprio tempo su Facebook, per poter puntare il dito sulla sinistra alternativa. Perché probabilmente vuole evitare la possibilità di avere una vera opposizione nel paese. Ecco quindi che se la prendono con un post del nostro consigliere del Quartiere 4 (è capogruppo perché è l’unico, basta conoscere il regolamento)”.
Ma, lasciando da parte la polemica politica, cosa rischia l’insegnante?
E’ vero che il fatto è avvenuto al di fuori dell’ambito scolastico e che il post è stato pubblicato sulla pagina personale del docente stesso, ma bisogna anche considerare quanto prevede il Codice di comportamento dei dipendenti pubblici (DPR 62 del 2013).
Il secondo comma dell’articolo 12 del Codice recita testualmente: “Salvo il diritto di esprimere valutazioni e diffondere informazioni a tutela dei diritti sindacali, il dipendente si astiene da dichiarazioni pubbliche offensive nei confronti dell’amministrazione”.
Il terzo comma dell’articolo 3 ricorda che il dipendente pubblico evita situazioni e comportamenti che possano ostacolare il corretto adempimento dei compiti o nuocere agli interessi o all’immagine della pubblica amministrazione”.
Toccherà ora all’USR della Toscana esaminare i fatti per capire se nel comportamento del docente si possa ravvisare la violazione del codice.
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