Si parte dal Ministro Giannini che vorrebbe dare, attraverso chi dirige un istituto scolastico, premi ai meritevoli, ma sanzionare quelli che non garantiscono un livello minimo di qualità. Ma non solo il Ministro auspica la valutazione dei professori, anche gli studenti la richiedono con forza
Infatti, navigando nella rete si può incontrare una petizione dal titolo ” valutiamo i professori ” dove si legge: ” I professori valutano noi studenti e perché noi non dovremmo valutare i nostri professori? La mia proposta è chiara e semplice: ogni anno gli studenti dovranno compilare un questionario cartaceo o online anonimo nel quale esprimeranno per ogni docente un voto che va da 1 a 10. In base al risultato ottenuto il docente verrà penalizzato o premiato sui futuri concorsi. In questo modo gli alunni potranno valutare con efficacia il lavoro dei propri professori e servirà da stimolo per invitare i docenti ad un lavoro più proficuo “.
Continuando a navigare su internet si arriva al sito Università.com in cui si scrive: ” Ci sono professori diligenti, altri in gamba, altri sono dei veri e propri geni… ma ci sono anche gli imbecilli. E quanti di loro sanno insegnare? Quanti sono disponibili con gli studenti? Quanti sanno instaurare un rapporto umano? Gli studenti lo sanno! E chi meglio degli studenti può dare una valutazione dei professori? Non si potrebbero rilasciare degli anonimi questionari mensili per valutare la performance dei vari insegnanti? In questo modo anche loro potrebbero capire quali sono i loro punti deboli e dove dovrebbero migliorarsi. Magari queste valutazioni potranno anche lasciare il tempo che trovano e non cambiare di una virgola l’atteggiamento del professore, ma chi di dovere dovrebbe interessarsi della cosa! Se il preside si ritrova fra le mani dei rapporti mensili che testimoniano che il professore arriva sistematicamente in ritardo, non si prepara le lezioni, non ha rispetto per gli studenti… credete che se ne resti con le mani in mano o che si faccia sentire per migliorare la situazione? L’Università non è solo edifici, sapere e professori! Gli studenti sono la forza vitale dell’università e come tali devono avere voce in capitolo!”.
Da quanto riportato, si potrebbe dire ” professori caput !”, con caput inteso come l’adattamento italiano del termine tedesco kaputt, che tradotto letteralmente significa “rotto, spezzato, distrutto, finito”, ovvero una parola utilizzata per indicare uno stato di condizione estrema. Già, la condizione estrema di una categoria di lavoratori attaccata da ogni lato.